Volare e votare: per i siciliani è un lusso

Mancano tre giorni alle elezioni politiche di domenica 4 marzo. Tutti i cittadini italiani maggiorenni sono chiamati alle urne per esprimere la loro preferenza, anche i fuorisede che, Burian e neve permettendo, tornano nelle città di origine per andare a votare al proprio seggio di appartenenza. In questo senso sia Trenitalia che Alitalia hanno rinnovato anche quest’anno la convenzione con il ministero dell’Interno per applicare rimborsi e sconti per chi dovrà tornare nel proprio Comune di residenza per esercitare il diritto al voto. Sì, diritto. Eppure non per tutti vale questo concetto.

Nonostante Trenitalia applichi il 60% di sconto sui treni regionali e il 70% per i treni nazionali di media-lunga percorrenza e per il servizio cuccette e Alitalia riservi uno sconto di 40 euro sul prezzo base del biglietto di andata e ritorno, non tutti possono permettersi soluzioni del genere. Ipotizziamo che un lavoratore fuorisede debba tornare in Sicilia per andare a votare. Le ore di treno da percorrere sono circa 12 quindi sarebbe quasi impossibile per chi lavora fino al venerdì pomeriggio tornare in Sicilia il sabato mattina e ritornare a Milano la domenica sera. L’unica alternativa possibile potrebbe essere l’aereo. Il volo di andata per venerdì 2 marzo, stando ai prezzi pubblicati sul sito ufficiale di Alitalia che, appunto, permette di applicare uno sconto, costa 298 euro alle ore 21:15 (orario preferito per chi lavora). Ipotizzando che il fuorisede riuscisse a prendere un giorno di permesso dal lavoro e decidesse di partire alle 12:20 del mattino il prezzo base – senza il bagaglio – sale a 340 euro. Per il ritorno, fissato domenica 4 marzo nel primo pomeriggio, quindi subito dopo aver votato, il costo è di 254 euro alle 14:50 e 283 euro alle 18:30. Partendo alle 6 del mattino di lunedì 5 il prezzo “scende” a 179 euro. In totale, tra andata e ritorno, si arriverebbe a una spesa di circa 500 euro. Risulta chiaramente ininfluente lo sconto che Alitalia propone.

E se volessimo optare per una compagnia low cost? Forse, in questa occasione, dovremmo parlare di compagnie “high cost”. Il prezzo minimo del volo di andata, senza alcuno sconto, lo offre Ryanair a 117 euro con un massimo di 174 euro di Easyjet. Per il ritorno, invece, Easyjet propone 149 euro come prezzo minimo e 156 euro come prezzo massimo. Quindi, andata e ritorno, costerebbe intorno ai 300 euro. È vero, la Sicilia è da sempre considerata una meta abbastanza costosa. Basti vedere i prezzi dei voli Alitalia per il prossimo mese, comunque altissimi.

L’aeroporto di Catania Fontanarossa

In alternativa ci sarebbe un volo diretto a Reggio Calabria più traghetto e autobus ma la situazione non cambia, anzi, diventa anche più complicata. Nelle ultime settimane, infatti, l’aeroporto reggino è deserto e a rischio chiusura. I motivi sono spiegati nella petizione che ha raccolto circa 14mila firme: le compagnie aeree che volano sullo scalo dello stretto sono Alitalia e Blue Panorama ed entrambe hanno ridotto i voli e i prezzi sono saliti alle stelle. Emblematici, se non impossibili da credere, sono i quasi 600 euro proposti su un sito di agenzia viaggi online per un volo di andata e ritorno con scalo su Reggio Calabria nel weekend delle elezioni.

Cosa diversa si verifica in Sardegna dove è garantita la continuità territoriale. I prezzi dei voli, a pochi giorni dalle elezioni, si aggirano intorno ai 120 euro sui voli di andata e ritorno. Applicando lo sconto proposto dalla compagnia nazionale si arriverebbe dunque a un prezzo quantomeno ragionevole. Prendere l’aereo, per i siciliani, diventa quindi un lusso. Anche e soprattutto in periodo elezioni. Comprensibili e giustificati, dunque, i commenti furibondi sui social network di tantissimi residenti in Sicilia e domiciliati al Nord Italia che non possono permettersi  i costi proibitivi della trasferta elettorale. E si sentono così trattati da italiani di serie B.

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