Vittorio Emanuele III, Franceschini: «Nessuna sepoltura al Pantheon»

Continua a far discutere il rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III di Savoia. Il feretro è arrivato ieri nel Santuario di Vicoforte, dove ha trovato posto accanto a quella della moglie, Elena, già traslata nei giorni scorsi da Montpellier. Le spoglie sono giunte a Cuneo con un volo dell’Aeronautica militare dall’Egitto. Anche se, a provocare lo sdegno della Comunità ebraica e di parte del mondo della politica, è stata la richiesta dei Savoia di vedere il Re tumulato nel Pantheon di Roma, insieme agli altri regnanti della casa. «In un’epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali», ha tuonato Noemi Segni, presidente dell’Unione dell Comunità ebraiche italiane, «il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari», tra cui «gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste».

Emanuele Filiberto, al termine della preghiera nella cappella di San Bernardo, all’interno del Santuario di Vicoforte, ha ribadito «Non è il momento per fare polemiche, sono qui per rendere omaggio ai miei nonni, ma per me devono andare al Pantheon».  E poi ha ggiunto: “Abbiamo un documento del rettore del Phanteon che lo autorizza».

A chiudere definitivamente la polemica (forse) sono arrivate le parole del Ministro della cultura, Dario Franceschini, secondo cui la sepoltura di Vittorio Emanuele III a Vicoforte «è la chiusura definitiva della vicenda, non ne apre una nuova. Del resto sono la storia e la memoria a impedire anche solo di prendere in considerazione l’ipotesi di una sepoltura al Pantheon».

 

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