Torna la paura del terrorismo integralista in Italia. Un’operazione ingente quella che ha portato questa mattina all’arresto di 14 persone con l’accusa di far parte di una rete di supporto alle formazioni dei combattenti di matrice islamica che operano in Siria. Arrivata al termine di due distinte indagini, coordinate dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ha portato non solo all’emissione di 14 ordinanze di custodia cautelare, ma anche a una ventina di perquisizioni in tutta Italia.
Da una parte il lavoro degli uomini della Guardia di Finanza di Brescia e dello Scico ha consentito di scoprire un’associazione a delinquere formata da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio e all’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento. Sono diversi i Paesi coinvolti, europei e non: dall’Italia alla Svezia, dall’Ungheria alla Turchia. Per due dei 10 siriani è scattata anche la contestazione di finanziamento al terrorismo: l’accusa è quella di aver raccolto fondi all’interno delle comunità islamiche per poi inviarli in Siria, con lo scopo di finanziare i gruppi terroristici. Dall’altra le indagini del Servizio contrasto al terrorismo esterno dell’Antiterrorismo della Polizia ha portato la Digos di Sassari a individuare alcuni militanti siriani e marocchini. Anche per loro le accuse sono gravi: associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva.
I 14 arrestati apparterrebbero a due cellule legate all’organizzazione qaedista siriana Jabhat Al Nusra, operanti in Lombardia e Sardegna. Stando ai primi dettagli che sono stati resi noti dagli inquirenti, i due gruppi erano indipendenti l’uno dall’altro, ma avevano un punto di contatto: uno dei soggetti fermati infatti intratteneva rapporti con entrambe le cellule. (as)