Il pomeriggio del 30 gennaio 2024 a Sesto San Giovanni i Carabinieri della squadra mobile hanno notato un’auto sospetta. Il veicolo faceva manovre inconsuete. Alla richiesta di fermarsi, l’automobilista si è dato alla fuga. L’inseguimento, degno di un film d’azione, ha coinvolto diverse pattuglie partendo da via Vulcano fino allo svincolo della tangenziale ovest di Settimo Milanese.
Qui l’auto è stata bloccata. Alla guida dell’auto, rubata il 24 gennaio, c’era una donna italiana di 53 anni già agli arresti domiciliari. Gli agenti l’hanno fermata con l’accusa di evasione, furto e ricettazione d’auto, oltre che resistenza a pubblico ufficiale.
La donna non è nuova a questo genere di atti illeciti. Anzi, si tratta di una persona già ben nota alle forze dell’ordine. E che in più di un’occasione aveva già compiuto reati, senza curarsi degli arresti domiciliari.
I precedenti
Il 14 gennaio i Carabinieri, durante un controllo di routine, non avevano trovato la donna in casa. La 53enne, invece di essere agli arresti domiciliari, si trovava al centro commerciale Vulcano di Sesto San Giovanni, come se nulla fosse. Stava prelevando al bancomat con una carta appena rubata.
Il furto è avvenuto nel parcheggio del centro commerciale, dove la donna aveva preso da un’auto una borsa lasciata incustodita. Anche in questo caso la signora è stata arrestata e riportata agli arresti domiciliari.
I controlli impossibili
Al 31 gennaio la donna è in attesa dell’ennesimo processo per direttissima. Anche stavolta potrebbe essere condannata agli arresti domiciliari. Un meccanismo per lei già ben collaudato. A partire dal 2013 nella sola Milano si contavano 1.800 persone agli arresti domiciliari.
Un numero difficile da tenere sotto controllo, se non impossibile. Le forze dell’ordine riescono a fare in media 100 controlli al giorno. In pratica chi ha l’obbligo di dimora rischia di essere controllato soltanto una volta ogni 17 giorni. Una ventina di controlli all’anno.
La misura dell’arresto domiciliare riguarda varie categorie di detenuti. Sorvegliati speciali, donne incinta, persone con problemi di salute gravi, di più di 70 anni e con condanne inferiori a 18 mesi di reclusione. E chissà se anche stavolta la donna 53enne riceverà una condanna agli arresti domiciliari.