Carola Rackete torna libera. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch 3 che quattro giorni fa era entrata nel porto di Lampedusa senza autorizzazione, speronando la motovedetta della Guardia di Finanza durante la manovra di attracco.
Il verdetto ieri sera alle 20 quando la capitana tedesca uscita dagli arresti domiciliari si è detta «sollevata dalla decisione del giudice considerata una grande vittoria della solidarietà verso tutti i migranti e rifugiati e contro la criminalizzazione di chi vuole aiutarli». Secondo il gip Carola non può essere accusata di resistenza e violenza a nave da guerra. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è giustificato dalla scriminante di aver agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane. Alessandra Vella ha poi chiarito che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma l’unica possibile perché la Libia e la Tunisia non sono luoghi sicuri per i migranti.
«Come spiega dettagliatamente il gip nel provvedimento con il quale ha disposto la non convalida dell’arresto, il diritto stava dalla parte della comandante – fanno sapere i legali della Sea-Watch – Il Giudice, attraverso il richiamo a norme internazionali cogenti, dimostra l’illegittimità vuoi della pretesa di chiudere i porti da parte del ministro dell’Interno, vuoi del divieto finale di attracco della Sea-Watch dopo 15 giorni di attesa, così ripristinando l’equilibrio dei valori e la prevalenza dell’incolumità della vita umana rispetto all’arbitrarietà di scelte operate solo per motivi propagandistici».
Matteo Salvini fa sapere che è pronto un provvedimento di espulsione per allontanare Carola dall’Italia con accompagnamento alla frontiera perché pericolosa per la sicurezza nazionale. Il prefetto Dario Caputo ha però precisato che il decreto non potrà essere eseguito fino al 9 luglio, giorno in cui Rackete sarà interrogata nell’ambito del fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’imbarcazione è ripartita, scortata da una vedetta della Finanza, per dirigersi a Licata dove resterà sotto sequestro insieme alla Mare Ionio della Ong Mediterranea. Il portavoce della Sea Watch, Ruben Naugebauren, ha dichiarato che non si fermerà nelle operazioni di salvataggio e si è detto deluso dal comportamento del governo tedesco e dell’Europa.