Scontri tra tifosi e polizia hanno segnato la notte del 27 febbraio, dopo il match di Coppa Italia tra Fiorentina e Atalanta. A partita terminata, mentre una colonna di autobus con a bordo i tifosi bergamaschi stava lasciando lo stadio diretta verso l’autostrada A1, un gruppo di ultras nerazzurri si è scontrato con le forze dell’ordine all’altezza del viadotto del Varlungo, nella zona di Firenze sud.
Secondo quanto riferito dalla questura del capoluogo toscano, alcuni tifosi atalantini sarebbero scesi dai pullman e, armati di aste e bastoni, si sarebbero scontrati con i poliziotti. Con difficoltà gli agenti sarebbero riusciti a far risalire a bordo degli autobus gli ultras dell’Atalanta e, coloro che non sono stati fermati per controlli, avrebbero proseguito il loro viaggio verso Bergamo.
Sono cinque i poliziotti rimasti feriti nello scontro, tutti appartenenti al Reparto mobile di Firenze, con prognosi tra i 7 e i 10 giorni.
Nella mattinata del 28 febbraio, la Questura fiorentina ha informato che sono circa 130 i tifosi nerazzurri identificati. Ora rischiano una denuncia per i reati di resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale e travisamento. Secondo la polizia, tutti sono stati controllati sul posto e nessuno è stato posto in questura.
Sulla questione è intervenuto anche il sindacato italiano dei lavoratori di polizia (Siulp). Il segretario generale Riccardo Ficozzi ha affermato: «Nel 2019 è inconcepibile che ci siano soggetti che dovrebbero spostarsi da una città all’altra solo per supportare la propria squadra, ma che poi si comportino in questo modo». «Un poliziotto che era salito a bordo del pullman per capire i motivi della fermata – ha continuato- sarebbe stato chiuso all’interno del mezzo e malmenato dai tifosi riportando, fortunatamente e solo grazie alla sua lunga esperienza in servizi di ordine pubblico, lesioni non gravi». Non ha avuto lo stesso destino un funzionario, il quale, dopo una violenta colluttazione, ha subito importanti danni al volto. «Bisogna punire duramente i responsabili, – ha concluso Ficozzi – sono necessari provvedimenti permanenti di interdizione da eventi sportivi e manifestazioni pubbliche».