Una serie di scosse di terremoto sono state registrate questa mattina, giovedì 16 aprile, tra le 11.42 e le 13.15, in provincia di Piacenza.
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha rilevato la scossa più forte alle ore 11.42 pari a una magnitudo di 4.2 della scala richter.
Terremoto di magnitudo 4.2 in provincia di Piacenza, 16 aprile 2020 https://t.co/PUqgLdJzhq
— INGVterremoti (@INGVterremoti) April 16, 2020
Alle ore 13.15 è stata localizzata un’altra scossa, di magnitudo 3.5, vicino ai comuni di Cerignale, Corte Brugnatella e Ferriere.
L’epicentro dello sciame sismico è collocato tra Cerignale e Carrega Ligure, sull’Appennino piacentino ad un passo dal confine con la Liguria. Si parla di scosse superficiali, tra i 3 e 10 chilometri di profondità, avvertite sino a Milano e Genova.
“Al momento non abbiamo segnalazioni di danni. Stiamo facendo tutte le verifiche – commenta Rita Nicolini, direttrice dell’agenzia regionale di Protezione civile nell’Emilia-Romagna – si è trattato di un evento breve, ma piuttosto intenso”.
Secondo quanto riportato da Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio nazionale Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), “non sappiamo se ci saranno altre scosse, ma non c’è una sequenza sismica in corso. L’area interessata si trova a nord della Lunigiana e a sud-est dell’Appennino modenese, entrambe con una sismicità più attiva. La sismicità negli ultimi decenni si è sempre attestata su scosse di magnitudo 4.2-4.3”
I precedenti nel piacentino
Sempre secondo l’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia, “l’evento più rilevante della storia sismica dell’area, in termini di impatto materiale, è probabilmente quello di magnitudo Mw 4.6 del 23 dicembre 1980 (un mese dopo il terremoto dell’Irpinia), che produsse qualche danno lungo la fascia appenninica della parte orientale della provincia di Piacenza, in particolare l’alta Val d’Arda e l’alta Val Nure. Le cronache locali dell’epoca parlano di crolli sporadici di vecchie case e dello sgombero di alcuni edifici pericolanti e inagibili nell’area del Piacentino”.