La Procura di Trani ha richiesto il rinvio a giudizio per 18 persone e per la società Ferrotramviaria in merito al processo per l’incidente avvenuto il 12 luglio 2016 fra Andria e Corato, in Puglia. Nello scontro tra due treni regionali avevano perso la vita 23 persone, mentre 51 erano rimaste ferite. Per gli imputati le accuse sono di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme di sicurezza e falso.
Oltre a capotreno, capostazione, dirigenti e funzionari di Ferrotramviaria, sono a rischio processo anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista, e un’altra dirigente, Elena Molinaro, accusati di non aver compiuto verifiche periodiche né di aver adottato provvedimenti urgenti per eliminare il sistema del blocco telefonico su quella tratta a binario unico. Questo sistema, piuttosto datato, in Italia è rimasto in uso solo nelle tratte secondarie non gestite da Rete Ferroviaria Italiana.
Le indagini hanno accertato che dalla stazione di Andria fu dato il via libera alla partenza del treno senza attendere l’incrocio con il convoglio proveniente da Corato, la cui partenza non era neppure stata comunicata. Per questo motivo la Procura ha chiesto il processo per i dirigenti di movimento di Andria e Corato, il dirigente coordinatore centrale e il capotreno che viaggiava sul treno da Andria (il collega dell’altro treno è tra le vittime).
Per i capistazione anche l’accusa di aver falsificato i registri con le annotazioni di “via libera” per i treni, mentre ad altri dieci dirigenti di Ferrotramviaria la Procura di Trani contesta di non aver valutato correttamente i rischi, violando così le norme di sicurezza. (af)