Piazza San Carlo, morta la donna rimasta paralizzata

Tragedia di Piazza San Carlo, morta la donna rimasta paralizzata - Master X

È morta Marisa Amato, la donna travolta dalla folla di Piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. La sessantacinquenne, che era rimasta paralizzata, è deceduta oggi 25 gennaio presso il Centro traumatologico ortopedico di Torino.

Il suo calvario era iniziato la notte del 3 giugno 2017, quando un gruppo di rapinatori spruzzarono dello spray al peperoncino e seminarono il panico tra i tifosi presenti. Marisa non stava assistendo alla partita, ma fu travolta dalla folla in fuga mentre si trovava in compagnia del marito in Piazza San Carlo. La sessantacinquenne aveva quindi riportato un trauma vertebro-midollare, che l’aveva resa tetraplegica.

Le sue condizioni si erano aggravate nell’ultimo periodo, quando i sintomi di un’infezione avevano compromesso l’apparato respiratorio. Presso il Centro traumatologico ortopedico le era stato diagnosticato un versamento pleurico. La donna, come si legge in una nota dell’ospedale, «ha espresso con lucidità e fermezza la volontà che la terapia, soprattutto il supporto respiratorio, non prevedesse mezzi invasivi come l’intubazione tracheale o la tracheotomia, qualora la ventilazione non invasiva non risultasse sufficiente, pur avendo ben chiaro che questa decisione avrebbe potuto portarla ad un peggioramento fatale. Secondo queste indicazioni è proseguita la terapia con discreta efficacia, ma alle 8 di questa mattina (venerdì 25 gennaio) il brusco peggioramento cardiovascolare ha causato la perdita della coscienza della paziente sino al momento in cui alle 9.15 si è spenta, attorniata dai familiari».

Marisa Amato era la più grave delle 1526 persone trasportate in ospedale la sera della tragedia, in cui perse la vita anche Erika Pioletti, 38enne proveniente da Domodossola. I suoi figli, in questi anni, hanno fondato una onlus chiamata “I sogni di Marisa”, volta a raccogliere fondi a chi soffre di disabilità motorie ma non può permettersi gli ausili medici necessari per migliorare la propria condizione.

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