Ousseynou Sy, l’autista italo-senegalese che lo scorso 20 marzo ha tenuto in ostaggio un bus di studenti a San Donato Milanese, voleva fare una strage sulla pista di Linate. A confermarlo, a quasi tre mesi dai fatti, sono le indagini dei carabinieri di Milano coordinate dai pm Alberto Nobili e Luca Poniz, dalle quali è emerso che l’uomo aveva «l’intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione».
Nei prossimi giorni verrà inoltrata al gip la richiesta di processo immediato: il 47enne rischia l’ergastolo. Tra le imputazioni contestate figurano strage aggravata da finalità terroristiche, sequestro di persona, incendio e resistenza a pubblico ufficiale. Probabile che si proceda al rito abbreviato e la difesa di Sy richieda una perizia psichiatrica. L’uomo, comunque, dopo un primo momento in cui aveva dichiarato di non essere pentito – «era una cosa che dovevo fare e che rifarei cento volte» – ultimamente ha più volte chiesto «scusa, perdono» durante gli interrogatori.
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Nelle ultime ore è inoltre emerso che nel corso delle indagini gli inquirenti sono entrati in possesso del video-proclama con cui l’italo-senegalese aveva annunciato i suoi propositi alla vigilia della tentata strage. Si tratta di un monologo di ben 37 minuti durante il quale l’attentatore, dichiarandosi a favore del panafricanesimo, aveva fatto appello a «combattere i governi corrotti e a criticare la politica europea che sfrutta l’Africa». Da qui, secondo le autorità, «l’esigenza di un gesto mondialmente recepito». Il filmato non verrà divulgato: «Abbiamo preso questa decisione per due ragioni – spiega Alberto Nobili alla guida del pool antiterrorismo della procura di Milano –. Da una parte potrebbe generare fenomeni emulativi, dall’altra potrebbe suscitare odio verso gli africani».
Intanto è approdata questo pomeriggio in Consiglio dei Ministri la proposta di concedere la cittadinanza per meriti speciali a Ramy Shehata e Adam El Hamami, i due ragazzi che «con il loro coraggioso comportamento erano riusciti a sventare il tentativo di dirottamento dello scuolabus». La loro scuola, il Vailati di Crema, riceverà invece la medaglia d’oro al valor civile perché «con straordinario coraggio ed eccezionale spirito di iniziativa il personale docente e non docente e i 51 studenti fronteggiavano il conducente dell’autobus, allertavano i Carabinieri e riuscivano a liberarsi. Splendido esempio di generosa solidarietà e straordinaria abnegazione, orientati alla difesa del più alto valore della vita umana». (AV)