L’Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la giornata contro il fumo

Ogni anno, il 31 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità celebra il World No Tobacco Day, una giornata di riflessione globale sui rischi associati al fumo. L’edizione 2019 è dedicata al tema “Il Tabacco e la salute dei polmoni“.

Quest’anno OMS, oltre a sostenere come sempre l’attuazione di politiche efficaci per ridurre il consumo di tabacco, si pone l’obiettivo di incrementare l’informazione e la consapevolezza sugli effetti dell’uso di sigaretta e dell’esposizione al fumo passivo, che gli studi annoverano fra le principali cause di morte nel mondo.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la giornata contro il fumo

Le stime sono allarmanti. Si prevede che, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori. Proprio per questo motivo, più di 170 nazioni hanno aderito alla convenzione del World No Tobacco Day sul controllo del fumo, nella quale sono elencate le azioni più efficaci per contrastare questa diffusissima dipendenza.

Anche quest’anno, in Italia, la ventunesima edizione del Convegno Nazionale in merito, si è svolta nell’aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. Si tratta di un momento di confronto tra le istituzioni che si occupano di tabagismo, che hanno esaminato le stime nazionali relative al fenomeno e i metodi che verranno attuati per incoraggiarne la disassuefazione.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la giornata contro il fumo

Ovviamente sarà al centro la tematica di quest’anno, ovvero la tutela della salute dei polmoni. Il fumo di sigaretta è la prima causa di neoplasie al polmone, che causa due terzi delle morti per cancro a livello globale. Meno rischiosa ma comunque molto dannosa, è l’esposizione al fumo passivo. Dati epistemologici rivelano che, se un fumatore rinuncia al vizio, le possibilità di contrarre la malattia si riducono di metà in 10 anni.

La neoplasia, però, non è il solo effetto negativo del tabagismo. Il fumo è anche la principale causa di contrazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva. In questo caso, nei polmoni si forma un accumulo di muco riempito di pus che può provocare tosse dolorosa e una difficile respirazione. Il rischio di sviluppare la broncopneumopatia è particolarmente elevato tra i soggetti che iniziano a fumare in giovane età, quando il tabacco inalato rallenta significativamente lo sviluppo corretto dell’organo.

Un’altra malattia contratta molto frequentemente dai fumatori è la tubercolosi, che danneggia l’apparato respiratorio e riduce la funzionalità polmonare. Il tabacco contiene numerosi componenti chimici che possono scatenare infezioni tubercolari latenti.

Il pericolo è altissimo, soprattutto per i feti esposti a queste tossine tramite il fumo inalato dalla madre in gravidanza. Dopo la nascita, infatti, i bambini tendono a sviluppare ridotti livelli di crescita e funzionalità polmonare. Per non parlare di asma, polmonite, bronchiti e infezioni respiratorie. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale 165.000 bambini muoiono prima dei 5 anni di infezioni respiratorie causate dal fumo passivo.

Ultimo, ma non meno importante, è l’aspetto relativo all’inquinamento dell’aria che respiriamo. Il fumo contiene infatti 7000 sostanze chimiche, 69 delle quali causano neoplasie di qualunque genere. Ogni giorno, nei luoghi pubblici all’aperto, milioni di non fumatori inalano passivamente queste sostanze, che rimangono nell’aria per cinque ore.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la giornata contro il fumo
Dati sul tabagismo in Italia

Dati drammatici per il mondo e per l’Italia. Secondo il report presentato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro Paese sono fumatori 11,6 milioni, ovvero più di un italiano su cinque. Tra questi, gli uomini sono 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni. E ogni anno le sigarette uccidono circa 80mila persone.

«Le abitudini al fumo degli italiani non sono cambiate in questi anni» ha detto Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping «Segno che serve incentivare campagne informative. Soprattutto per i giovani, che rappresentano un serbatoio che alimenta l’epidemia tabagica, e per le donne, per le quali è in aumento la mortalità per tumore al polmone».

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