Nella notte del 18 aprile la guardia forestale ha catturato l’orsa JJ4, responsabile della morte del runner Andrea Papi. L’animale è stato intercettato nei boschi sopra Caldes in Val di Sole (Trentino-Alto Adige), a pochi chilometri dal luogo dell’aggressione avvenuta il 5 aprile. Il 26enne trentino stava tornando a casa dopo essersi recato alla malga Grum, itinerario che si trova sul sentiero del Monte Peller, quando ha incrociato l’orsa che, nel probabile tentativo di difendere i suoi cuccioli, lo ha assalito, uccidendolo.
Le ricerche di JJ4
Da oltre due settimane la guardia forestale era sulle tracce del plantigrado. Una nevicata nel weekend ha reso le orme dell’animale più visibili ai ricercatori, che lo stavano braccando con i cani alle pendici delle Dolomiti di Brenta. JJ4, forse assieme ai due cuccioli di sei mesi, si era spostata in un’area isolata rispetto al Monte Peller, in fondo alla Val di Sole.
Dopo essere stata avvistata sopra i comuni di Carciato e Dimaro, in località Folgarida, l’orsa si è diretta verso Madonna di Campiglio, a 1400 metri di quota. Qui è caduta in una trappola a tubo, posizionata dai forestali grazie alle impronte nella neve e al fiuto dei cani che hanno riconosciuto le feci e le tracce del pelo. L’animale è stato attirato nel cunicolo da frutta, miele e mais. Una volta catturata, l’orsa è stata identificata grazie al radiocollare.
Attualmente il mammifero si trova nel recinto per la fauna selvatica del Casteller, sopra Trento. Il sito ospita già l’esemplare M49, l’orso che nel 2020 aveva distrutto reti elettrificate da 7mila volt. La libertà di JJ4 è finita alle 23 del 17 aprile lungo il torrente Meledrio, all’altezza di Monclassico.
Cosa succederà ora?
L’animale è ancora in attesa di scoprire il suo destino, dopo che l’ordinanza di abbatterlo è sospesa dallo scorso 14 aprile. Il presidente del Trentino Maurizio Fugatti, in conferenza stampa ha sottolineato come l’orsa debba essere abbattuta. «Avremmo voluto dare questa notizia nel 2020, quando la Provincia aveva emesso due ordinanze di cattura e abbattimento, ma non l’abbiamo potuto fare. – spiega il governatore della provincia di Trento – Oggi quindi c’è soddisfazione, ma anche amarezza e tristezza».
L’iter giudiziario
A oggi la soppressione del mammifero è in stato di fermo. Il ricorso presentato dalle associazioni animaliste Lav e Lac aveva fatto revocare l’ordinanza di abbattimento. Il Tar di Trento, però, aveva autorizzato la cattura. Il tribunale ora attende il deposito della documentazione completa da parte della Provincia, che certifichi l’identità dell’animale e chiarisca le modalità dell’attacco contro Papi. I giudici hanno chiesto parere all’Ispra, l’ente statale che decide le sorti delle specie animali protette, che, esaminati i documenti, dovrebbe dare il via libera all’esecuzione.
Tutto propende per una soppressione in tempi celeri. Il capo della Protezione Civile tretina, Raffaele De Col, ha dichiarato che verrà utilizzata l’eutanasia. Uno strumento meno cruento rispetto allo sparo, individuato in collaborazione con i veterinari. La decisione è approvata anche dai sindaci delle valli attorno alle Dolomiti di Brenta, che hanno minacciato le dimissioni nel caso in cui l’animale sopravviva.
La famiglia di Papi è invece contraria. «Non posso accettare una morte così orribile – ha detto Franca Ghirardini, madre del 26enne, tramite i suoi avvocati – Voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell’orso. L’abbattimento non mi ridarà Andrea». La donna punta il dito contro le istituzioni: «La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha diretto, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano. Per la mancanza di tutela e prevenzione ci devono essere dei responsabili, che non possono passarla liscia».
La lettera dell’Ordine dei veterinari di Trento
Anche i veterinari della Provincia di Trento si sono schierati contro l’uccisione di JJ4 in una nota rilasciata dall’Ordine dei Veterinari della Provincia autonoma. «Si sollecitano i colleghi professionisti addetti a vario titolo, e iscritti presso l’Ordine della provincia di Trento, di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia, se non in precedenza concordata con il presente Ordine».
Il documento inoltre, precisa che «contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza dal presidente Fugatti, non vi è stato alcun confronto né con il presente Ordine né con altri professionisti veterinari delegati in materia, e pertanto non può esserci alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore».
L’Ordine conclude sottolineando che «lo stato di salute dell’esemplare Jj4 non giustifica l’intervento eutanasico nell’urgenza, così come prospettato in conferenza. Ma richiede una analisi complessiva della gestione dei plantigradi presenti sul territorio provinciale. Non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione in quanto Jj4 risulta catturata e custodita. L’orso, inoltre, è specie protetta tutelata con legge dello Stato».
Il possibile trasferimento
Anche le associazioni animaliste si stanno battendo per salvare la vita di JJ4. Nel ricorso presentato al Tar, Lav e Lac chiedono di rinviare l’uccisione o di trasferire il plantigrado in una riserva sicura. Anche perché si tratta del primo caso documentato in Italia e solo del quarto in Europa negli ultimi 150 anni. A tal proposito, il tribunale di Trento ha reso noto che: «Se una regione italiana, un Paese straniero o un “santuario degli animali” si offrisse per il trasferimento di JJ4, e se questa operazione non comportasse costi a carico della Provincia di Trento o dello Stato, l’alternativa si potrebbe concretizzare».