Monterotondo, Deborah è libera: per il procuratore ha ucciso per difendersi

Monterotondo, Deborah è libera: per il procuratore ha ucciso per difendersi-MasterX

Eccesso colposo di legittima difesa. Così è stata derubricata l’accusa a Deborah Sciacquatori, la 19enne che lo scorso 19 maggio ha ucciso il padre per difendere la mamma e la nonna paterna. L’omicidio è avvenuto intorno alle ore 4:50 di domenica mattina, nella località di Monterotondo, vicino a Roma.

La giovane torna in libertà dopo che la Procura di Tivoli ha firmato il decreto di remissione. Deborah si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario. «Al momento la ragazza è indagata per eccesso colposo di legittima difesa, ma non è escluso che, nelle prossime due settimane, si possa chiedere al gip l’archiviazione perché la ragazza, allo stato degli atti a nostra conoscenza, ha agito per difendersi», ha specificato il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto. «Non possiamo colpevolizzare Deborah per non averlo denunciato prima e neanche sua madre», ha aggiunto Menditto, «forse siamo responsabili anche noi, le istituzioni che non sono riuscite a riscuotere la fiducia necessaria».

Per capire bene la vicenda è opportuno fare un passo indietro. Alle 4:50 di domenica 19 maggio Lorenzo Sciacquatori, ex pugile di 41 anni, è rientrato a casa ubriaco dopo la notte passata fuori. All’arrivo, l’uomo ha preso a calci a pugni la porta per far alzare la compagna e ha iniziato ad aggredire lei, sua figlia e la madre anziana, quasi cieca. In un secondo momento sarebbe arrivata anche la sorella e avrebbe colpito anche quest’ultima. Le quattro donne sono quindi scappate di casa ma l’uomo le ha seguite strattonando la madre e picchiando la compagna. A quel punto Deborah è intervenuta per difenderle. I due si sono scontrati e Sciacquatori è rimasto ferito dalla colluttazione.

«Papà fermati, non fare più niente». In questo modo, Deborah aveva scongiurato e implorato l’uomo di fermarsi. Ma le sue parole sono risultate vane. Secondo quanto evidenziato da Adnkronos, l’uomo sarebbe morto per una emorragia provocata da una ferita sotto l’orecchio. Deborah si sarebbe difesa con un coltello preso da una collezione del nonno e avrebbe poi chiamato i soccorsi. L’ex pugile però è morto in ospedale. «Mio padre è caduto a terra, l’ho sorretto e gli ho detto ‘papà non lasciarmi, ti voglio bene’», ha detto agli acquirenti la ragazza in lacrime. Dopo essersi resa conto di quanto accaduto, la 19enne è rientrata in casa per prendere dei prodotti congelati da posizionare sotto la testa della vittima.

Non era la prima volta che l’uomo mostrava atteggiamenti violenti contro la sua famiglia. Già nel 2014, Antonietta, la mamma di Deborah, aveva denunciato il compagno per le aggressioni. L’ex pugile era stato anche arrestato con l’accusa di maltrattamenti ma poi è tornato in libertà. L’uomo era spesso violento e ubriaco ma la figlia Deborah non ne parlava. «Lei ha difeso tutte noi, Lorenzo era un uomo violento», ha spiegato la mamma agli investigatori. «Ricordo che, quando allattavo Deborah mi colpiva alla schiena con dei pugni. Quando Lorenzo è uscito di galera nel 2016 ha ricominciato a picchiare mia figlia», ha aggiunto invece la nonna materna della 19enne. Intanto, bisognerà attendere i risultati dell’autopsia per chiarire le circostanze della vicenda.

 

 

Virginia Nesi

LAUREATA IN SCIENZE UMANISTICHE PER LA COMUNICAZIONE A FIRENZE. HA DUE MASTER IN GIORNALISMO: UNO REALIZZATO ALL'UNIVERSITÁ SAN PABLO DI MADRID E L'ALTRO ALLA IULM DI MILANO. APPASSIONATA DI POLITICA ESTERA E SOCIETÁ, HA VINTO IL PREMIO "WALTER TOBAGI 40 ANNI DOPO" E LA MENZIONE SPECIALE AL PREMIO VERA SCHIAVAZZI. HA SCRITTO "MEZZO SOSPIRO DI SOLLIEVO"(PIEMME).

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