“Mafia tour”, Napoli narrata attraverso gli stereotipi della camorra

Capita che la realtà superi l’immaginazione e forse sono stati i Manetti Bros, con la scena iniziale del loro “Ammore e malavita”, ad aver ispirato il 26enne napoletano Vittorio Cuomo.  Fatto sta che (no, questa non è una fake news) il “tour della Mafia “ esiste davvero. E indigna.

L’annuncio incriminato è apparso nel catalogo di esperienze da fare a Napoli, proposte da alcune delle più note piattaforme turistiche online, Airbnb e Tripadvisor. L’ideatore e guida è Vittorio, un ragazzo dell’area est della città,  San Giovanni a Teduccio, che lavora come tour operator dell’ Amalfi cost dream e che offre «il primo viaggio nei luoghi della camorra di Napoli, unico nel suo genere, perché spiegato da una persona cresciuta nel sistema».

IL TOUR

Alla tariffa di 25 euro a persona – si legge testualmente – il tour prevede la visita «in tutte le zone della città dove si potrà capire, con semplici spiegazioni, come la mafia opera. Cammineremo per i vichi [vicoli, ndr] del centro storico, Forcella e i quartieri spagnoli, dove c’è ancora attività criminale anche se non si vede».

La descrizione del tour

La guida “offre” anche  un’introduzione sulla storia di Napoli e sulle origini della camorra, precisando che la visita verrà fatto solo nella zona centrale, «una volta poco turistica e molto pericolosa» ma adesso più sicura, anche se il gruppo – si legge –  «dovrà essere limitato a un massimo di otto persone e vietato ai minori di diciott’anni». Durata prevista: tre ore.

LA DENUNCIA

Il primo a strabuzzare gli occhi davanti a una simile trovata è stato l’account di satira “Il Signor Distruggere”, che ha postato gli screenshot del sito suscitando immediate critiche da parte degli esponenti politici locali e degli host di AirBnB, che hanno colto l’occasione per lamentare scarsi controlli da parte della piattaforma.

«Le organizzazioni criminali non possono trasformarsi in attrazioni turistiche», ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che in un tweet cita Fabrizio de Andrè: «Dal letame nascono i fiori, dalla mafia nasce solo morte», allegando l’hashtag #difendilacittà .

L’OSSERVATORIO “DIFENDI LA CITTA’ “

Eppure proprio per iniziativa del Comune di Napoli, lo scorso giugno era nato l’Osservatorio “Difendi la Città”,  per analizzare il fenomeno della discriminazione territoriale. Si tratta di un unicum in Italia, il cui scopo è tutelare l’immagine e la reputazione di Napoli e dei partenopei da falsi pregiudizi, stereotipi negativi e luoghi comuni.

Il logo dell’Osservatorio “Difendi la Città”, ideato dal comune di Napoli

Il “mafia tour” non è stato l’unico a offendere la «dignità della città» racconta a MasterX la delegata Flavia Sorrentino, classe ’90, una giovane da sempre impegnata sul territorio e che nel 2017 ha ideato lo sportello. «Quotidianamente i cittadini ci segnalano casi in cui articoli di giornale, trasmissioni televisive e radiofoniche ledono l’immagine di Napoli, associandola a falsi miti o stereotipi negativi ormai superati.» Per non parlare, sottolinea, delle offese sui social: ne emerge una città mediaticamente tartassata. Quanto all’ultima trovata turistica, Flavia Sorrentino giudica inaccettabile usare la malavita per sedurre i visitatori.

Davanti a un evidente caso di diffamazione aggravata dunque, l’Osservatorio ha inviato una mail di segnalazione ad AirBnB (che comunque possiede filtri di approvazione dei contenuti), chiedendo la rimozione dell’annuncio. Contestualmente è stata inoltrata tutta la documentazione agli uffici dell’avvocatura del Comune di Napoli, che valuterà se ci sono gli estremi per potersi rivalere penalmente anche sulla giovane guida “avventata”.

LA RESPONSABILITA’ DEL PROVIDER

L’episodio da ancora una volta lo spunto per riflettere sulle eventuali responsabilità degli hosting provider.

Nel caso specifico, in seguito alle numerose richieste AirB&B ha preso immediati provvedimenti.  “404 page not found“: è questa la schermata che appare se si tenta di prenotare dal sito l’excursus dei luoghi della camorra.

Diverso il caso di TripAdvisor dove il “Napoli tour”, descritto in ogni dettaglio e corredato di foto, è ancora reperibile, ma non prenotabile.

L’annuncio su TripAdviser
UNA TRISTE VICENDA

L’intera vicenda suggerisce alcune considerazione. È possibile narrare una città attraverso degli stereotipi, per giunta negativi? Davvero è ancora tutto riducibile al banale luogo comune “Pizza, pasta, mandolino”…e perchè no, camorra? Insomma, in una fase di esorbitante crescita in termini turistici di Napoli, si può realmente  pensare di vendere l’immagine della città attraverso la criminalità?

Secondo Marco Demarco, direttore del dorso napoletano de Il Riformista, scrittore e profondo conoscitore di Napoli e del mezzogiorno, lo sfruttamento al ribasso del brand Napoli è dipeso dall’atteggiamento della classe intellettuale, che da sempre si è mostrata “snob” nei confronti delle tradizioni, ritenute cultura di serie B.

Da alcuni anni il capoluogo partenopeo è meta di turisti in cerca di “napoletaneità”  e l’idea che occuparsi del folclore fosse provinciale ha creato spazio sufficiente affinchè a soddisfare tale richiesta fosse la parte meno colta della città.

La conseguenza, dice a MasterX Demarco che proprio su questo argomento ha scritto un saggio dal titolo “Naploitation” (ovvero lo sfruttamento mediatico della città),  è stata un’offerta turistica improvvisata, molto poco raffinata se non addirittura “pezzotta”, volendo attingere dal dialetto. Quanto alla retorica della mafia, per il giornalista non è errato mostrare Napoli anche nei suoi lineamenti più oscuri, che comunque fanno parte della storia della città.

D’altro canto, immaginare una visita guidata  in quelle strade strette di Forcella che 16 anni fa si sporcarono del sangue della quattordicenne Annalisa Durante, uccisa per sbaglio sotto i colpi della camorra è davvero – denuncia Marco Demarco- un gesto di pessimo gusto.

Certamente la responsabilità ricade anche su una parte della cittadinanza, quelli che come lo sprovveduto Vittorio Cuomo (che per dovere di cronaca ha ammesso di non essersi reso conto della portata dell’iniziativa e ha chiesto scusa), sono restii al cambiamento. Anzi, al miglioramento.

Forse però parte della colpa è da attribuire ad alcuni metodi di narrazione dei nuovi media, della fiction, e di certa letteratura. Perchè è davvero grave se un 26enne napoletano ha un’ idea imprenditoriale che sfrutta la parta marcia della sua città.  Senza voler essere apocalittici, davanti a certi fatti viene da domandarsi se tutto sommato non avesse ragione il sindaco nel puntare il dito contro la famosa serie “Gomorra”, responsabile a suo dire di mitizzare la malavita.

Sono tante, troppe le domande che dobbiamo farci. Resta il fatto che il “mafia tour” esiste ed è realtà, non finzione.

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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