Los Perdidos, 7 ragazzi e il lungo viaggio di ritorno dalle Canarie

Una vacanza a Lanzarote, sette ragazzi e l’emergenza Covid-19 con cui dover fare i conti. I Los Perdidos, come hanno deciso di chiamarsi ironicamente sulla loro pagina Instagram, sono partiti il 3 marzo dall’aeroporto di Milano Malpensa e sarebbero dovuti rientrare in Italia il 12. Dieci giorni di spensieratezza per prendersi una pausa dagli studi universitari. Cinque componenti del gruppo hanno tra i 22-24 anni e sono trevigiani. Due di loro, invece, vivono e studiano a Milano.

Foto di gruppo dei Los Perdidos

La vacanza trascorre serena fino al drammatico annuncio del 10 marzo: il volo di ritorno è cancellato. Nessuna spiegazione. «Noi non potevamo fare niente se non chiedere a Ryanair il rimborso del prezzo del biglietto», ha spiegato a MasterX Nicolò, uno dei componenti del gruppo. 

Quello stesso giorno, infatti, la compagnia aerea low-cost annuncia lo stop di tutti i voli da e per l’Italia almeno fino al 3 aprile. I Los Perdidos decidono comunque di recarsi all’aeroporto di Lanzarote, nella speranza che la compagnia abbia una piano B da proporgli. I desk di accoglienza di Ryanair sono invasi da persone, tutte nella loro stessa condizione, che protestano nel tentativo di ottenere una risposta. Ma, « non è colpa nostra, non possiamo farci niente. Sono le restrizioni del governo spagnolo», è quello che si sente dire Nicolò da una donna del check-in.

La risposta delle autorità

Nicolò e i suoi compagni di viaggio tentano subito di mettersi in contatto con le autorità. Chiamano l’Unità di Crisi della Farnesina e il Consolato italiano a Madrid. Ma le linee sono intasate. E quando, finalmente, riescono a parlare con l’Unità di Crisi la risposta è deludente: «Dovete arrangiarvi per tornare in Italia. Potreste trovare una triangolazione volando, ad esempio, sulla Francia. E da lì poi prendere un treno. Ovviamente tutto a spese vostre».

A quel punto, i 7 si riorganizzano per rimanere sull’isola ancora per un pò. Sono delusi e non sanno quando potranno tornare a casa. «Abbiamo trovato una casa per 2-3 notti e poi un’altra per 6 giorni. E abbiamo pagato tutto da soli», prosegue Nicolò.

Una chat con gli italiani alle Canarie

La pagina Instagram dei Los Perdidos diventa un punto di riferimento per tutti gli italiani bloccati sull’isola. I video divertenti lasciano spazio anche a messaggi di solidarietà e aiuto. Infatti, grazie al profilo i ragazzi riescono a radunare un gruppo di quasi 100 persone, tutti italiani fermi alle Canarie. E con loro, spiega Nicolò, creano un gruppo Whatsapp«Ognuno è il  rappresentante della propria famiglia e parla a nome loro. Ci scambiamo informazioni sui voli di emergenza che vengono organizzati dalle compagnie aeree», aggiunge.

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A partire dal 16 marzo, inoltre, a Lanzarote sono in vigore misure restrittive come nel nostro paese. Si può uscire di casa solo per motivazioni strettamente necessarie, tutti i negozi e i bar sono chiusi fatta eccezioni per farmacie e supermercati.

Il ritorno con un volo di emergenza

Proprio grazie a questa chat di gruppo su Whatsapp, il 17 marzo arriva la prima speranza di tornare a casa: un volo diretto da Lanzarote a Milano Malpensa operato dalla compagnia Neos in collaborazione con la Farnesina. Ma i posti esauriscono in fretta e solo 4 dei 7 Los Perdidos riescono a prenderne uno. Per quattro di loro, la “vacanza” finisce. Hanno il via libera per tornare a casa.

Ma gli altri tre?  Nicolò, che insieme a GianAndrea e Federico non è riuscito a salire, ci spiega che il 18 marzo ci sarebbe stato un altro volo di rientro. Anche questo di emergenza e naturalmente a spese loro. Ma l’aeroporto di partenza è Fuerteventura, un’altra isola della Canarie. E in più, fa scalo a Roma Fiumicino prima di atterrare a Malpensa.

«Da Lanzarote abbiamo preso un taxi fino al porto. Una volta lì, siamo saliti sul traghetto fino a Fuerteventura e poi ancora un taxi per arrivare all’aeroporto. Un viaggio lunghissimo», racconta Nicolò.

Milano-Treviso con una macchina a noleggio

All’arrivo a Milano, i ragazzi vengono sottoposti al controllo della temperatura. Ma una volta superato il primo ostacolo, se ne presenta subito un altro: come tornare a Treviso? Tutti i treni sono cancellati. Inoltre, spiega Nicolò, nessun genitore può arrivare in aeroporto perché rischierebbe una denuncia. Andare a prendere il proprio figlio che dall’estero ritorna in Italia, non rientrerebbe nei motivi previsti dall’autocertificazione. E per questo, non esenterebbe dalla multa prevista per chi viola il decreto. 

A quel punto, i 3 ragazzi decidono di passare la notte in un hotel a pochi chilometri da Malpensa. «Quando ci siamo svegliati la mattina dopo, siamo andati al noleggio  auto dell’aeroporto. Per fortuna, ci hanno dato una macchina con cui siamo riusciti a tornare finalmente a casa», racconta sempre Nicolò.

I tre Los Perdidos sono ora in isolamento fiduciario. A casa, a Treviso, tutti e tre insieme. Anche gli altri quattro, rientrati il giorno prima, sono ora nella loro abitazione.

Elisabetta Murina

23 anni. Nata e cresciuta a Milano. Dopo la laurea in Linguaggi dei media all'Università Cattolica, inizio il mio percorso al master in giornalismo IULM. Ora scrivo su MasterX. La prima esperienza in un periodico femminile, dove l'interesse verso questo mondo è cresciuto sempre di più. Grande appassionata di moda, spettacolo e arte in ogni sua forma. Curiosa di natura e sempre in cerca della verità.

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