Pasti caldi per le famiglie colpite dalla crisi economica legata al Covid, oltre a un vero e proprio supporto nel processo di reinserimento sociale. Questa è l’iniziativa “Prendersi cura non ha scadenza”, promossa dalla Fondazione Don Gino Rigoldi che, da anni, si occupa di aiutare le persone emarginate.
“Non ci accontentiamo di dare da mangiare a chi ha fame: crediamo sia importante intervenire portando capacità di immaginarsi un futuro diverso”
Sono le parole di Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto Penale “Cesare Beccaria” e fondatore dell’associazione. È stato proprio nel carcere minorile di Milano, nel lontano 1972, che Don Gino si è reso conto di non poter aiutare da solo i numerosi ragazzi presenti, avulsi dalla realtà esterna. Senza alcuna prospettiva per il futuro. La sua azione, quindi, si è completata con la realizzazione di una rete di solidarietà sociale al servizio di giovani e minori in stato di bisogno. Indipendentemente dal paese di provenienza, da razza, lingua o cultura.
La collaborazione dei principali chef italiani:
Con l’inizio della pandemia, però, gli indigenti sono aumentati in misura considerevole. Improvvisamente, quella che prima era considerata la fascia marginale della società, è diventata una realtà diffusa. Per questo motivo, la fondazione ha deciso di allargare il suo servizio alle decine di famiglie che, ogni giorno, si rivolgono ad associazioni benefiche in cerca di sostegno. L’iniziativa “prendersi cura non ha scadenza” ha incassato immediato consenso da parte di Banca Ifis e Lidl Italia: per 12 settimane la Cooperativa Sociale “Comunità Nuova” ha garantito tre pasti caldi alla settimana, consegnati dai giovani volontari dell’Associazione BIR. Inoltre, l’attenzione dei media ha mobilitato anche numerosi chef stellati come Alessandro Borghese, Cristiano Tomei, Tommaso Arrigoni, Elio Sironi e Claudio Sadler, che hanno voluto prestare il loro contributo. Coinvolto anche Germano Lanzoni, il comico conosciuto come “milanese imbruttito”, volto e voce dell’iniziativa. Con la realizzazione di quattro videoclip, l’artista promuoverà la campagna di raccolta fondi, necessaria per il progetto in corso.
Il messaggio di Don Gino Rigoldi:
L’operazione ha raggiunto oltre 200 persone, per un totale di circa 52 famiglie, selezionate in base al grado di necessità. Ma, come ha specificato in una lettera Don Gino Rigoldi, la sua fondazione non si limita a fornire un aiuto superficiale. L’intento rimane quello di conoscere le persone, comunicare, capire quali sono i problemi alla base della loro situazione. “Li vogliamo aiutare a ritrovare la fiducia e a ripartire da quei bisogni primari e concreti che permettono di progettare una vita diversa: formazione, lavoro e casa”. A causa dell’emergenza sanitaria la fascia del bisogno e della povertà si è allargata. L’obiettivo della fondazione è questo: creare opportunità e alimentare le speranze a chi pensa di non averne più.