Io, tifosa dell’Inter a Napoli: “Ogni giorno lotto contro i luoghi comuni”

Settantuno anni, napoletana autentica. Nella vita potrebbe rinunciare a tutto tranne a due cose: la famiglia e l’Inter. Adriana De Leva è tornata ad essere da alcuni anni Presidente dell’Inter Club di Napoli. La sua passione verso la squadra nerazzurra è nata fin da quando era bambina. «Tutto è cominciato imitando mio fratello, che era tifoso dell’Inter. Ma la sua era una passione momentanea, data dal fatto che il Napoli fosse al tempo in Serie B. Quando tornò in Serie A, lui decise di iniziare a tifare per la squadra della sua città, ma io rimasi interista».

Chi è Adriana De Leva, il “collante” degli Inter Club campani

Da quella difficile scelta, che solo chi sente l’amore per una squadra diversa da quella della propria terra può capire, iniziò una vera e propria storia d’amore.

Essere interisti a Napoli significa andare contro dei luoghi comuni. I napoletani sentono il tifo come la dimostrazione dell’attaccamento verso la propria città, ma io non valuto mai la persona in base alla squadra per cui tifano. Conosco ottimi juventini e pessimi interisti. Pessimi milanisti e grandissimi interisti.

Secondo la Presidente, un napoletano che ama la sua città si qualifica per il rispetto che le porta: «Se tratti le strade come fossero casa tua e ti comporti in modo civile allora ami Napoli. Non basta solo il tifo». Nonostante le ostilità, per fortuna Adriana non ha mai subito particolari episodi di discriminazione: «Sarà anche che appartengo a un’altra generazione, ma io ho dei valori ben precisi e non ammetto la violenza. In passato sono stata una tifosa molto accesa, sono anche scappata anche di casa per l’Inter. Ma ho sempre combattuto dialetticamente, se devo usare la violenza anche nello sport, in una passione, nulla ha più senso».

Ricordi che fanno ancora emozionare

Alla domanda su quale fosse il momento più bello che ricorda di aver vissuto nell’amore per l’Inter, gli occhi le si fanno lucidi. La voce le trema, quasi a tradire per la prima volta la sua facciata austera. «Il momento più bello in assoluto è stato nel 2010 a Madrid (quando i nerazzurri vinsero la Champions League contro il Bayern Monaco, ndr). Nel momento in cui finì la partita mi sono seduta e ho pianto. Non per me, ma per tanti amici che negli anni avevo perso e che non avevano potuto vivere quel momento».

In una delle prime trasferte a San Siro, a Milano

La passione, che sia per un cantante, un’arte o una squadra di calcio, secondo Adriana, dovrebbe essere scelta sempre in modo libero. I bambini – secondo lei – devono imparare a rivendicare le loro scelte, «anche quando sono diverse da quelle degli altri. Dobbiamo avere il coraggio di inseguire i nostri sogni, perché sono solo quelli a renderci felici».

 

 

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Sara Leombruno

Nata e cresciuta a Napoli, prediligo scrivere di cronaca e spettacolo. Amo le storie e percepire emozioni in chi me le racconta.

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