Philippe Donnet, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, ha presentato il piano industriale con cui vuole essere nuovamente eletto in primavera. L’atteso business plan “Lifetime Partner 24: Driving Growth” si pone in linea di continuità con le strategie degli ultimi tre anni e ha portato il titolo del Leone di Trieste a salire di circa 1,5% sino a 18,725 euro subito dopo il suo annuncio.
Al centro del piano targato Donnet sono i maggiori profitti previsti e una crescita dei dividendi di 700 milioni di euro con la promessa ai soci per il 2022-2024 di cedole cumulate per un valore di 5,2-5,6 miliardi in aumento fino a 1,1 miliardi rispetto al 2019-2021. Target poco superiore a quanto atteso da Equita (5,2 mld). La generazione organica di cassa complessiva a fine piano è indicata in oltre 8,5 miliardi nel 2022-2024 di cui 2,5 e i 3 miliardi sono flussi di cassa da reinvestire discrezionalmente su iniziative finalizzate alla creazione di valore, comprese operazioni di M&A nell’asset management. La compagnia spinge molto su nuovi obiettivi di redditività puntando a una crescita degli utili per azione prevista tra il 6 e l’8%, una strategia efficace per trascinare dalla parte dell’ad quel 50% circa di azionisti, fra investitori istituzionali e retail, che si troveranno a determinare l’esito della sua riconferma in assemblea e a cui Donnet ha deciso di dare già un anticipo avviando un buyback entro la fine dell’anno con i 500 milioni di euro non spesi del tesoretto M&A del piano in scadenza.
Trasformazione digitale e tecnologica
Grandi investimenti sono poi previsti nella trasformazione digitale e tecnologica, in aumento del 60% rispetto al piano al 2021. L’ Ad ha deciso di stanziare infatti 250 milioni di euro per la creazione di un fondo venture capital «per cogliere nuove opportunità ad alto potenziale nell’insurtech». Meno cassa è invece destinata all’M&A (solo 2,5 – 3 miliardi contro i 4 miliardi del vecchio piano) “La parte più importante del piano non è M&A, anche perché questa non si può pianificare e se un piano è basato solo sull’M&A non è un piano” questa la risposta del CEO all’affermazione che il budget per la crescita esterna, tra 2,5 e 3 miliardi risulta inferiore ai 4 miliardi del precedente piano. Il manager ha sottolineato che il budget potrebbe crescere se altre operazioni verranno implementate. «La strategia dell’M&A? ‘Sempre la stessa: selezionare opportunità che creano valore per tutti gli stakeholders e gli azionisti, rafforzarci nel business assicurativo nei mercati in cui siamo già presenti, per esempio in Asia, come abbiamo fatto in Malesia, puntando su mercati selezionati. Per quanto riguarda l’asset management, dove vogliamo essere un leader globale, il target è più ampio e include soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti».
La sostenibilità
Il progetto riserva poi ampio spazio alla sostenibilità, dato che prevede il completamento entro il 2024 dell’integrazione dei criteri Esg negli investimenti del portafoglio GESAV e la riduzione del 25% delle emissioni di CO2 del suo portafoglio di azioni e obbligazioni societarie. In aumento i premi generati da prodotti a valenza ambientale e sociale il tra il 5% e il 7%. Atteso poi un incremento di 100 milioni dei ricavi da terze parti nell’asset management.
La lente è ora puntata sul contro-piano dei due big del capitalismo italiano, il numero uno di Luxottica Del Vecchio e l’altro ultra-liquido Caltagirone che insieme stanno affilando le armi per elaborare un’alternativa più aggressiva, con una loro lista, che verrà presentata a febbraio e che spingerà maggiormente sulla leva della crescita dimensionale, dell’asset management e dell’M&A per auspicare una maggiore intraprendenza del Leone non solo nelle acquisizioni.