Fontana di Trevi a pagamento: dal 7 gennaio un ticket da 2 euro

La Fontana di Trevi diventa a pagamento. Per accedere al monumento, fra i più celebri di tutta Roma, dal 7 gennaio 2025 sarà necessario pagare un ticket da due euro. Un provvedimento caldeggiato da tempo, per cui sono previsti 20 milioni di incassi, a disposizione dell’Urbe. Provvedimento che si inserisce nel percorso avviato della salvaguardia della fontana tardo-barocca, che raggiunge ogni anno record di visitatori, seconda solo al Colosseo: sono oltre 5 milioni quelli registrati solo nei primi sei mesi del 2025.

Un’ipotesi diventata realtà

La rivoluzione era già stata annunciata: dallo scorso 22 dicembre, infatti, all’interno dell’area potevano sostare non più di 400 persone in contemporanea. Ancora prima, nel luglio 2023, un altro monumento della Città Eterna, il Pantheon, aveva introdotto l’ingresso a 5 euro, gratuito per i giovani dai 18 ai 25 anni. Nel caso della Fontana di Trevi, sono previste due corsie d’ingresso, una per i turisti e una per i romani, che saranno esentati dal pagamento del biglietto, possibile anche con carta di credito.

La misura prenderà avvio nel 2026, dopo l’Epifania e la fine del Giubileo, risparmiando le festività natalizie. Decisione che sembra volta a non mortificare i numeri record di visite, previsti dall’Ente bilaterale per il turismo tra il 23 e il 28 dicembre: 338mila arrivi (+2,9% rispetto al 2024) e più di 770mila presenze, con un ulteriore aumento a Capodanno. Scongiurare l’impopolarità e ogni possibile conseguenza negativa è infatti fondamentale per la Capitale, specialmente in un momento di grande visibilità internazionale come quello attuale.

L’affollamento tipico davanti alla Fontana di Trevi

Una misura necessaria: consensi su larga scala 

Una scelta, quella dell’introduzione del ticket, sostenuta dall’assessore al Turismo e grandi eventi, Alessandro Onorato, e resa possibile dalla sinergia fra Campidoglio, Sovrintendenza e Zètema, società posta alla gestione e valorizzazione del patrimonio artistico-culturale. Il provvedimento è stato appoggiato anche dall’amministrazione e dallo stesso sindaco della città, Roberto Gualtieri, che l’aveva sempre considerata «un’ipotesi molto concreta», necessaria a contenere il sovraffollamento.

Anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si era già dichiarata favorevole: da più di un anno, aveva proposto un sistema di pagamento simbolico per «mettere a reddito le nostre ricchezze» e regolare i flussi con un meccanismo di prenotazione. In particolare, la ressa intorno alla Fontana di Trevi è sgradita ai romani perché vista come «il presagio della definitiva trasformazione della città in un parco di divertimenti». Sono le conseguenze di un overturismo che, però, sta alla base della crescita economica, non unicamente della provincia di Roma, ma dell’intera Italia. Turismo a cui non si può rinunciare.

Un capolavoro da proteggere

Per questo, l’introduzione del biglietto ambisce non soltanto a regolamentare gli ingressi, ma anche alla riqualificazione della città. I proventi del pagamento del ticket potrebbero essere investiti nel miglioramento dell’offerta e dei servizi turistici. Proprio come era accaduto un anno fa per i ricavi dal contributo di soggiorno. Nel 2024, infatti, tali guadagni erano stati utilizzati per finanziare interventi di manutenzione stradale, miglioramento della rete di trasporto pubblico, valorizzazione del patrimonio ambientale e restauro delle fontane storiche.

La Fontana di Trevi illuminata

E per la più celebre di tutte, quella di Trevi, i provvedimenti sarebbero più urgenti che mai. Anche gli stessi commercianti, molti contrari alla nuova misura, avevano ammesso la necessità di un miglioramento dei servizi della piazza sovraffollata. È una questione soprattutto di sicurezza: in caso di emergenza, la quantità di turisti presenti potrebbe compromettere un intervento tempestivo dei soccorsi. Inoltre, secondo alcuni ristoratori, contingentare gli ingressi aiuterebbe a evitare il degrado del luogo, riducendo la quantità di sporcizia.

Non solo Roma: Verona e Venezia

La vicenda della Fontana di Trevi non è affatto isolata. È datata poco fa, al 6 dicembre 2025, l’introduzione, a Verona, della “tassa sull’amore”. 12 euro per accedere al cortile e al balcone della casa di Giulietta, con riduzione della capienza massima da 130 a 100 persone e un limitato numero giornaliero di accessi. Persino il rituale selfie di coppia davanti alla statua dovrà rispettare un limite: non durare più di 60 secondi. Una misura sperimentale fino al 6 gennaio 2026, che ha scatenato non poche polemiche all’interno della città. In particolare fra le guide turistiche che hanno contestato le tempistiche della comunicazione, a loro avviso, troppo tardiva.

La casa di Giulietta a Verona

Gli obiettivi sono sempre gli stessi: gestione del sovraffollamento, garantire risorse per il restauro e una migliore qualità della visita. Il caso di Venezia, poi, era stato ancora più eclatante. Qui, infatti, non sono monumenti o spazi pubblici a essere regolati da un pedaggio, ma un’intera città. Il biglietto allora, in un contesto in cui il turismo di massa trasforma luoghi pubblici in spazi ingestibili, non facilita solo la gestione dei flussi. Diventa, in primo luogo, uno strumento di governo.

A cura di Lucrezia Aprili

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