Una ragazza scomparsa 40 anni fa. Nessun colpevole, nessuna risposta. Così va avanti il mistero di Emanuela Orlandi, la quindicenne sparita nel 1983 a Roma in piazza Sant’Apollinare. Un caso che potrebbe ancora portare nuove rivelazioni, visto che la Santa Sede ha deciso ufficialmente di riprendere le indagini. Il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi ha infatti aperto un fascicolo sul caso, spinto dalle istanze presentate dal fratello della ragazza, Pietro. I partiti d’opposizione hanno anche proposto l’istituzione di una commissione parlamentare apposita. Verranno esaminate le numerose segnalazioni e i documenti relativi alle inchieste al fine di scoprire cosa avvenne davvero.
Era il 22 giugno 1983, quel giorno Emanuela aveva lezione di canto all’Istituto Tommaso Ludovico da Vittoria, dove seguiva corsi di musica. Stando alle testimonianze, la ragazza lasciò l’edificio per andare a prendere l’autobus. Alcune compagne affermano che abbia raggiunto la fermata, altre dicono di averla persa di vista durante il tragitto. Sembra che Emanuele abbia chiamato la sorella Federica per informarla che un uomo l’aveva fermata per proporle un lavoro di volantinaggio. Fatto sta che da quel giorno non si è saputo più nulla.
Le piste passate
Ci sono diverse ipotesi riguardo alla sparizione di Emanuela, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia. Si è parlato di un collegamento con l’attentato del 1981 a Papa Giovanni Paolo II. Mehmet Ali Ağca, autore dell’attacco al pontefice, tempo fa ha rivelato in una lettera inviata alla stampa che la ragazza è stata vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi e politici, tranquillizzando tutti sulla sua buona salute.
Un’altra pista porta ad un possibile scambio di persona con una ragazza a lei molto simile di nome Raffaella Gugel, figlia dell’assistente personale di Papa Giovanni Paolo II e collaboratore di Marcinkus, presidente dello Ior. Lo scopo era quello di invitare la Santa Sede a mantenere il silenzio riguardo ad alcune delicate situazioni legate alla banca vaticana. Altri ancora accusano la Banda della Magliana, sotto mandato del boss Enrico De Pedis, o la «tratta delle bianche» che potrebbe essere la causa delle numerose sparizioni di minorenni avvenute in Italia in quegli anni.
Quello di Emanuela non è infatti il solo caso rimasto irrisolto. Un mese prima spariva la sedicenne Mirella Gregori e nel gennaio seguente veniva assassinata la diciassettenne Katy Skerl, sempre nessun responsabile.
Di Letizia Triglione