«La situazione era diventata insostenibile»
Sono state le parole pronunciate da Filippo La Mantia, chef palermitano molto noto nel panorama culinario italiano. E così, dopo questo semi-apocalittico 2020, tra i tanti locali che hanno dovuto abbassare definitivamente la saracinesca, si conta anche il suo. Oste e Cuoco infatti, il ristorante di quasi 200 metri quadrati in Piazza Risorgimento di proprietà Dolce e Gabbana, ha accolto per l’ultima volta i suoi clienti il 31 gennaio 2021.
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Spese d’affitto insostenibili (circa 30.000 euro al mese), pochi clienti per il covid, niente introiti ed eventi sono state le inevitabili cause che hanno portato lo chef 60enne a gettare la spugna. Ma questa non è stata la fine triste di una storia ma solo l’inizio poco fortunato di un’altra. A far rialzare La Mantia dalla brutta caduta infatti c’era pronto l’amico Giancarlo Morelli, chef bergamasco stellato, ex enfant prodige e imprenditore con sei ristoranti sulle spalle e nella mano, o forse meglio dire sul piatto, la proposta di una cucina condivisa.
«Giancarlo Morelli ha prestato una parte della sua cucina a Filippo La Mantia per permettergli di continuare il suo servizio di delivery» ha specificato Ruggero Bellazzo, Restaurant Manager dei ristoranti Morelli e Bulk di Milano.
Questa soluzione infatti non ha le sembianze di una collaborazione dal momento che nel ristorante di Morelli non si trovano i piatti di La Mantia o viceversa.
Certo può sembrare difficile immaginarsi due chef con due staff diversi lavorare nella medesima cucina senza pestarsi i piedi ma ovviamente al Morelli tutto è stato studiato alla perfezione: «Abbiamo due cucine – specifica il Manager– una che lavora per il Bulk e l’altra, molto più grande, che lavora sul ristorante gourmet Morelli ed è divisa in partite: antipasti, primi, secondi e poi c’è la pasticceria a parte. Abbiamo così deciso di dare a La Mantia e ai suoi quattro ragazzi una partita di antipasti e un po’ di quella dei primi».
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E l’esperimento funziona. La prova del nove è stata la cena per la festa degli innamorati: a San Valentino infatti La Mantia e i ragazzi hanno preparato 52 asporti mentre i ristoranti Bulk e Morelli erano entrambi pieni. «Tutto è andato bene e per una sera, dopo tanto tempo, è stato bello tornare a una parvenza di realtà!» racconta Bellazzo.
Questo gesto, simbolo di solidarietà e speranza, è di esempio per molti, replicabile senza dubbio e potrebbe anche dare il via (chissà) a una vera e propria collaborazione tra Morelli e La Mantia.
Intanto per leggere l’intervista completa fate click qui e andate a pagina 17:
https://masterx.iulm.it/wp-content/uploads/2021/02/QUINDI_19febbraio.pdf