Coronavirus,
corsa alla solidarietà:
non solo aziende e sport, ma anche cittadini

La Lombardia, si sa, per l’Italia è tante cose. Tra tutte, è l’orfanotrofio del Paese: raccoglie in silenzio le speranze, le vite e i sogni dei cittadini di tutte le regioni della penisola. A tutti offre un lavoro, un’opportunità, spesso la libertà di vivere in una grande città. L’emergenza Coronavirus sembra averla svuotata: treni presi d’assalto, in una notte Milano è diventata un deserto. Ma la città meneghina non dimentica il suo ruolo e chi la abita non dimentica di esserne figlia. Nonostante tutto, l’epidemia ha fatto emergere il lato migliore non solo della metropoli, ma anche dell’Italia. Anche a distanza di sicurezza, i cittadini provano ogni giorno a darsi una mano: sono tantissimi i locali che stanno consegnando gratuitamente le pizze a medici e infermieri impegnati nella cura dei pazienti positivi al Covid-19. Iniziative che poi rimbalzano sui social: quasi mai i titolari dei ristoranti si fanno vivi. Il tutto resta nell’anonimato, nell’ottica di fornire un servizio pubblico più che di ottenere un tornaconto pubblicitario.

Non solo Milano, anche Venezia, Parma e Torino si appuntano il cuore alla giacca. Il mezzo è sempre lo stesso: il cibo. Nel Miranese volontari della protezione civile e studenti hanno iniziato a consegnare la spesa a domicilio agli anziani o a chi è costretto alla quarantena. Lo scopo ultimo è alleviare le difficoltà di chi è più a rischio contagio o di chi vive da solo. Basta chiamare un numero di telefono messo a disposizione per l’emergenza e un volontario si occuperà di comprare tutto quello che serve, comprese le medicine in farmacia.

A Fidenza, in provincia di Parma, il motto degli scout è “siate pronti”. Detto, fatto: i giovani hanno organizzato un gruppo di volontari che consegna la spesa ai cittadini over 65 o a coloro che per motivi di salute sono più a rischio contagio. Anche in questo caso, le regole sono molto semplici: a titolo completamente gratuito, i residenti possono chiamare il centralino del Comune di Fidenza e presentare la propria richiesta. L’operatore trasferisce i dati utili al volontario che consegnerà le buste direttamente davanti alla porta di casa. C’è chi non crea una vera e propria rete solidale, ma nel piccolo del suo condominio si dà da fare. Le prime, a Torino, sono state le “studentesse del quarto piano” di un palazzo a San Donato. Il loro esempio ha fatto scuola in città e in giro per l’Italia. «Se in questo periodo preferite rimanere a casa, le ragazze del quarto piano offrono disponibilità per fare la spesa a titolo gratuito» recitava il primo cartello, un foglio di carta a quadretti scritto con un pennarello nero. Alla fine del messaggio, un recapito telefonico per raccogliere le richieste dei condomini.

Ancora pizze, ma questa volta direttamente dai forni del Sud: a Reggio Calabria, la pizzeria Fratelli la Bufala ha donato 55 pizze al pronto soccorso e al reparto di malattie infettive dell’ospedale metropolitano. Un muto ringraziamento ai professionisti che giorno e notte stanno lavorando in corsia per arginare l’emergenza Coronavirus. E ancora, l’umanità ha strani modi di aggirare i decreti che ci chiedono di restare chiusi in casa a guardare: a Salerno le persone si prendono per mano più di prima. Lo dimostra Battipaglia, città della provincia che affronta l’emergenza cucendo mascherine. L’iniziativa è stata lanciata dalla proprietaria di un atelier che normalmente vende abiti da sposa. Ai tempi dell’epidemia, la sartoria è diventata una fabbrica di mascherine in stoffa che a titolo gratuito sono state consegnati ai volontari della Protezione Civile. Certo, non sono di tipo chirurgico, ma sono sterilizzabili e riutilizzabili. Un aiuto in tempi in cui il materiale per lavorare in sicurezza, soprattutto per gli operatori sanitari, è irreperibile. Anche i comuni più piccoli si danno da fare, già abituati agli aiuti quotidiani tra cittadini. Valle dell’Angelo, un piccolo paese di montagna nel Cilento, in provincia di Salerno, ha fatto in modo che tutti i suoi 200 abitanti potessero godere della spesa a domicilio, consegnata direttamente dall’unico vigile urbano del borgo. Ci si organizza tramite Whatsapp, poi il vigile parte alla volta dei supermercati. Consegna così i viveri davanti alla porta di casa e verifica le condizioni di salute dei cittadini, quasi tutti anziani.

In tempi di quarantena, le prime vittime del cambio repentino nello stile di vita sono i bambini, che hanno visto le scuole chiuse da un giorno all’altro e le strade svuotarsi improvvisamente. Nessuno si cura di spiegare loro cosa sta avvenendo in queste settimane, così ci ha pensato un fumetto tutto padovano. Scritto dallo psicologo, fumettista, autore e sceneggiatore Federico Dalla Rosa, in arte Fred, e disegnato da Valentino Villanova. La favola può essere scaricata gratuitamente dal sito www.valentinovillanova.it o da www.kidpass.it. Come tutte le storie per bambini, anche questa inizia con un “C’era una volta”, nella speranza che sia dietro l’angolo il giorno in cui davvero il Paese potrà dire “c’era una volta”.

La solidarietà dello sport

Anche il mondo dello sport scende in campo nella lotta al coronavirus. Tante le iniziative lanciate da club e singoli giocatori per raccogliere fondi destinati agli ospedali. In prima linea Inter e Juventus, entrambe in quarantena dopo la positività di Daniele Rugani, difensore bianconero, scoperta qualche giorno dopo il derby d’Italia. La società nerazzurra si è mossa per aiutare l’Ospedale Sacco di Milano e ha avviato una raccolta fondi aperta ai tifosi dallo slogan “Together as a team”. Club, giocatori, staff e dipendenti hanno già donato 500 mila euro. Il presidente Steven Zhang ha dimostrato la propria solidarietà in prima persona devolvendo 100 mila euro alla struttura milanese che da subito si è impegnata nella lotta contro il virus, 300 mila mascherine ad uso medico e altri prodotti sanitari alla Protezione Civile.

La Juventus ha invece lanciato la campagna su gofundme.com per raccogliere risorse destinate ai reparti di rianimazione piemontesi. Il presidente bianconero Andrea Agnelli e i giocatori hanno subito donato 300 mila euro. Leonardo Bonucci, invece, si è reso protagonista di una generosa iniziativa personale. Con la moglie Martina Maccari, ha donato 120 mila euro alla Città della Salute di Torino, denaro destinato all’acquisto di due ecografi portatili e una cinquantina di maschere filtranti a circuito d’aria. Il primo a scendere in campo è stato però Federico Bernardeschi che, finora, ha messo assieme 68mila euro destinati all’Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino.

Anche il Milan si è dimostrato solidale nella lotta al virus. Dopo la donazione di 250 mila euro a favore di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza), calciatori e dirigenti hanno devoluto alla stessa azienda un giorno del proprio stipendio. In prima linea l’attaccante rossonero Zlatan Ibrahimovic: la Mind the Gum, azienda di gomme di cui è testimonial, donerà una mascherina all’Humanitas di Rozzano per ogni pacchetto venduto online. «Come nei film, i supereroi sono quelli con la maschera» ha scritto il calciatore svedese.

Particolarmente sensibile l’Atalanta: i nerazzurri hanno dedicato la storica qualificazione ai quarti di finale di Champions League a Bergamo. Ilicic ha poi donato il pallone del poker di Valencia all’Ospedale Giovanni XXIII come segno di vicinanza e l’allenatore Gian Piero Gasperini ha devoluto 50 mila euro ai medici invitando tutti i tifosi alla generosità.

Restando in Lombardia, anche il Monza di Berlusconi si è attivato e ha donato 50 mila euro all’Ospedale San Gerardo. «In questo momento la salute pubblica è la priorità assoluta ed il legame tra il Monza Calcio e il proprio territorio è forte e imprescindibile» ha commentato l’amministratore delegato Adriano Galliani.

Il Parma è invece sceso in campo per aiutare l’Ospedale Maggiore. Nella richiesta di rimborso per gli abbonati, per quanto riguarda la gara a porte chiuse giocata contro la Spal, il club ha dato la possibilità ai tifosi di «affiancare la società crociata e dare un aiuto fondamentale a chi sta lottando» per la salute pubblica.

Sono tanti anche i singoli calciatori che, a prescindere dal loro club, hanno avviato raccolte fondi per aiutare le strutture sanitarie italiane. Andrea Petagna è stato tra i primi a lanciare una richiesta di aiuto ai tifosi per l’emergenza: «Oggi più che mai sento la necessità di aiutare chi ne ha bisogno. Per questo ho creato #NonLasciamoIndietroNessuno, perché in Italia non ci possono essere pazienti di seria A e pazienti di serie B. Chiunque è a rischio, di qualsiasi età, deve essere salvato». La sua campagna di crowdfunding legata agli Ospedali Pubblici Italiani (il primo è il Niguarda di Milano) ha raccolto finora 182 mila euro.

Simone Zaza ha invece avviato una raccolta fondi per la Regione Basilicata da destinare agli Ospedali di Policoro, Potenza e Matera per incrementare le postazioni di terapia intensiva, mentre Lorenzo Insigne ha donato 100 mila euro allo stesso reparto dell’Ospedale Cotugno di Napoli, promuovendo anche una raccolta di denaro. Infine, Francesco Totti, con Dash, ha donato quindici macchinari per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti in terapia intensiva dello Spallanzani di Roma, invitando poi i tifosi a dare il proprio contributo.

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Anche la Figc e la Aic hanno voluto dare il proprio contributo alla lotta al coronavirus. La prima ha promosso una campagna per sensibilizzare sul corretto comportamento da tenere in questo momento delicato chiamata #leregoledelgioco, che prevede anche un contributo di 100 mila euro all’Ospedale Spallanzani di Roma. L’Aic ha aperto una sottoscrizione per raccogliere fondi per le strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

Non solo il calcio. Nel mondo del motociclismo Valentino Rossi ha voluto aiutare l’azienda ospedaliera Marche Nord, mentre il campione del mondo di Moto2 nel 2018, Pecco Bagnaia, ha avviato con il suo fan club una raccolta fondi destinata alla Città della Salute di Torino.

La solidarietà sta contagiando anche le grandi aziende: da Giorgio Armani all’Esselunga, passando per le più importanti banche, tutti hanno deciso di scendere in campo con donazioni cospicue per combattere il coronavirus.

Le aziende assicurative e gli istituti bancari: le donazioni dei colossi

Il cda del colosso assicurativo Generali ha deciso di creare un Fondo Straordinario Internazionale che arriverà fino a 100 milioni di euro per far fronte all’emergenza causata dal virus a livello internazionale. Unipol ha esteso gratis le polizze sanitarie e sta acquistando ventilatori polmonari che saranno consegnati alla regione Lombardia e all’Emilia Romagna. Inoltre ha messo a disposizione posti letti in terapia intensiva in Toscana presso una clinica del gruppo, Villa Donatello. Zurich Italia ha avviato una raccolta fondi condivisa con i suoi dipendenti a sostegno del sistema sanitario. I lavoratori potranno donare parte del loro stipendio, devolvendo l’equivalente di giornate o ore lavorative. Per ogni euro versato dal dipendente, l’azienda contribuirà con una donazione di pari importo e lo stesso farà la sua fondazione.

Snam, società di infrastrutture energetiche, ha annunciato uno stanziamento da 20 milioni di euro per realizzare iniziative in favore del sistema sanitario e del terzo settore. Inoltre ha attivato dei contatti per trovare ventilatori polmonari in altri paesi del mondo. Italgas, specializzata nella distribuzione del gas, ha elargito donazioni agli ospedali Amedeo di Savoia di Torino, al Sacco di Milano e all’ospedaliera di Padova.

Unicredit, che aveva già donato 2 milioni di euro agli ospedali, ha lanciato una raccolta fondi tra i dipendenti: ogni euro donato creerà un contributo aggiuntivo da parte di Unicredit Foundation di 10 euro. Intesa Sanpaolo donerà 100 mila euro per affrontare l’emergenza ed erogherà finanziamenti fino a 5 miliardi alle famiglie e imprese che devono affrontare problemi di liquidità. Anche Banca Mediolanum donerà 100mila euro al Sacco di Milano mentre Ubi Banca e Bnl gruppo Bnp Paribas hanno sospeso i pagamenti delle rate di rimborso dei finanziamenti a famiglie e imprese in difficoltà.

AngeliniPharma, la casa farmaceutica dell’Amuchina, ha messo a disposizione fin da subito 40 mila flaconi di gel per le mani a Lombardia e Veneto.

Il supermercato Esselunga ha lanciato un piano straordinario di donazioni a ospedali e istituti impegnati nell’emergenza da 2,5 milioni di euro. Inoltre, agli ultra 65enni, ai quali è stato rivolto l’invito di restare a casa, è stato attivato il servizio di consegna gratuita della spesa. Per i dipendenti sono stati previsti 150 euro in più in busta paga e anche i clienti possono fare la loro parte: ogni 500 punti utilizzati Esselunga donerà 5 euro. Eurospin, ha donato 50mila euro a testa agli ospedali Spallanzani di Roma e Sacco di Milano.

La solidarietà digitale

Dopo che il ministro per l’Innovazione tecnologica ha lanciato l’iniziativa di solidarietà digitale, diverse aziende hanno deciso di dare il loro supporto.  Vodafone ha dato ai clienti delle aree di contagio una offerta di giga e minuti illimitati per tenersi in contatto con i cari. Nel caso degli utenti business è scattato un mese di giga illimitati. Tim attiva automaticamente la promozione e prevede anche pacchetti specifici per la rete fissa dei residenti nelle zone sottoposte a limiti nei movimenti e nelle attività. Fastweb, per i residenti in zona rossa, ha aumentato a 50 GB il pacchetto dati di tutte le sim ricaricabili. Wind Tre ha infine staccato un bonus da cento giga di traffico e sospeso i solleciti di pagamento per i morosi.

Per lo smarworking, Microsoft offre la propria tecnologia e la consulenza dei suoi esperti. Google consentirà ai clienti di Gsuite di poter accedere alle funzionalità avanzate di Hangouts Meet per le videoconferenze. E per gli studenti che devono fare le lezioni online, Skuola.net ha messo a disposizione un bonus da 10 euro, spendibile in 5 lezioni, per 100mila studenti da utilizzare entro il 30 giugno 2020 per lezioni private. I tutor e gli insegnati online faranno ripetizioni a distanza e via Skype.

Anche il mondo dell’informazione e dell’intrattenimento cerca di fare la propria parte. Il gruppo Mondadori prevede tre mesi di abbonamento gratis ai magazine del gruppo. Chi vive nella zona rossa potrà leggere gratis un e-book a scelta dal catalogo Mondadori. Il gruppo Gedi prevede tre mesi di abbonamento gratuito a La Stampa, La Repubblica e Il Mattino di Padova. Infinity, la piattaforma del gruppo Mediaset, offre due mesi gratuiti di prova del servizio. Sia Adnkronos che l’agenzia Dire hanno messo a disposizione gratuitamente le loro notizie dedicate alla salute.

Da Armani ai Ferragnez: anche la moda scende in campo

Buone notizie anche dalla moda. Giorgio Armani ha deciso di donare 1 milione e 250mila euro per supportare la protezione civile e gli ospedali Sacco, San Raffaele e Istituto dei tumori di Milano e lo Spallanzani di Roma. Chiara Ferragni e Fedez hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofoundme. L’iniziativa è partita con la donazione di 100mila euro da parte della coppia ed è rivolta all’ospedale San Raffaele di Milano. L’obiettivo è quello di attivare in tempi brevi una nuova terapia intensiva. Bvlgari ha deciso di fare una donazione al reparto di ricerca dell’ospedale Spallanzani di Roma grazie alla quale è stato acquistato un microscopio di ultima generazione. Dolce&Gabbana ha destinato dei fondi all’Humanitas University per sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus. Donatella Versace e la figlia Allegra doneranno 200mila euro al dipartimento di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Kering, i suoi marchi italiani e tutti quelli con rilevanti attività nel Paese (Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Kering Eyewear e Pomellato) hanno unito le proprie forze annunciando una donazione di 2 milioni di euro per le strutture della Lombardia, del Veneto, della Toscana e del Lazio. La famiglia Benetton ha donato 3 milioni di euro agli ospedali Ca’ Foncello di Treviso, Luigi Sacco di Milano, Lazzaro Spallanzani e policlinico Agostino Gemelli di Roma. Elisabetta Franchi ha lanciato una campagna su Gofoundme a sostegno degli ospedali in difficoltà e si attiverà in maniera trasparente per sostenere le strutture e le terapie intensive.

 

Martina Soligo

26 anni, da Treviso a Milano per seguire il mio sogno. Laureata in Lettere all'Università Ca' Foscari di Venezia e in Editoria e Giornalismo all'Università degli studi di Verona, ora frequento il Master in Giornalismo e scrivo per MasterX. Sogno di diventare una grande giornalista sportiva.

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