
Anche i single potranno adottare. Lo ha deciso la Corte Costituzionale con la sentenza numero 33 dello scorso 21 marzo. Sulla carta, la svolta è storica. Ma in Italia, le adozioni di minorenni stranieri sono calate drasticamente nell’ultimo decennio. Quanto sarà teorico e quanto reale il cambiamento? Così a MasterX la fondazione Ai.Bi Amici dei Bambini, ente autorizzato per le adozioni internazionali.
I CORSI DI FORMAZIONE PER I SINGLE
Per fare chiarezza nella confusione causata dalla novità della sentenza, alcuni tra gli enti autorizzati dalla CAI (Commissione per le Adozioni Internazionali) – in primis la fondazione Amici dei Bambini – hanno già tenuto dei corsi di avvicinamento al tema dell’adozione, esclusivamente dedicati agli aspiranti genitori single.

Come spiega la dott.ssa Lorenza Persona, referente per l’adozione internazionale di Amici dei Bambini, uno dei primi webinar si è svolto lo scorso 8 aprile, poco più di due settimane dopo il deposito della nuova sentenza. E i 70 posti disponibili sono andati “sold out” in pochissimo tempo.
Ma riavvolgiamo il nastro. Le persone singole, e quindi non in coppia, avranno diritto all’adozione di un/a minore straniero in situazione di abbandono. Ma perché succede solo ora? La sentenza della Corte – che è il più importante organo di garanzia costituzionale nell’ordinamento italiano – ha dichiarato illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include i cosiddetti “single” fra le persone che possono adottare un/una minore straniero/a residente all’estero.
Lo spiega il comunicato della Corte: «L’interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa a adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore».
Gli enti autorizzati dalla CAI
Ma cosa sono gli “enti autorizzati”? E qual è il loro ruolo? Nel nostro Paese sono 45, operano in un totale di 69 Paesi e sono autorizzati – appunto – dalla CAI. Il loro compito è quello di informare, formare e affiancare i futuri genitori adottivi (e d’ora in poi anche il futuro genitore single) nel percorso dell’adozione internazionale.
Ma tra i loro compiti c’è anche quello di curare lo svolgimento all’estero delle procedure necessarie per l’adozione, assistendo i genitori davanti all’Autorità Straniera e sostenendo la famiglia nel percorso post-adozione.

I corsi organizzati da Amici Dei Bambini, infatti, sono e saranno dei «Webinar gratuiti della durata di circa un’ora» racconta la dott.ssa Persona. E siccome «non esiste ancora una prassi» definita. I corsi di formazione – ognuno di essi avrà un focus specifico – saranno «incontri tecnici in cui viene spiegato come funziona la presentazione della domanda di idoneità anche da parte dei single».
L’obiettivo di questi incontri, divisi in moduli, sarà una sorta di formazione. Utile a preparare le persone single ad affrontare un percorso che può essere duro e impegnativo. Ma anche per prepararsi gradualmente ad accogliere un bambino o una bambina nelle loro vite.
«Saranno cinque moduli, di cui uno della durata di un intero weekend». Come spiega Persona, questa è stata «una prima infarinatura», dove gli aspiranti genitori singoli hanno potuto rivolgere all’ente tutte le domande del caso.
La maggior parte – rivela la referente – «riguardavano i requisiti tecnici per fare richiesta d’adozione. Come la differenza d’età tra genitore e minore, i Paesi che sono aperti all’adozione per i single. Quindi, tutte le questioni più tecniche». A queste si aggiungono anche richieste più specifiche su «come verranno “valutati” i single». Ma anche «quanto sarà considerato il quadro economico» e soprattutto «quanto conta il fatto di non avere una rete familiare in loco».
Tra queste domande, alcune hanno già risposta. Non tutti i Paesi stranieri, infatti, permettono ad oggi l’adozione ai single. «In tanti Paesi – spiega il dottor Francesco Elli, responsabile dell’ufficio stampa di Amici dei Bambini – non c’è la possibilità di adottare per i single, quindi ci sono alcuni paesi che sono esclusi non per una legge italiana, ma per una legge del Paese. Tantissimi altri invece la prevedono già».
Tra quelli che la consentono, ci sono India, Cina, Thailandia, Colombia, Ecuador, Haiti e Bulgaria. Alcuni dei quali prevedono che i padri possano adottare solo figli maschi, e non figlie femmine.
I TEMPI DELL’ADOZIONE IN ITALIA
I dubbi nella mente delle persone – però – sono ancora tanti, spiega il dottor Elli: «Subito dopo la sentenza, tanti giornalisti ci hanno chiesto storie di single in attesa (di adottare ndr.). Ma non ci sono liste d’attesa, non esiste nulla di tutto ciò». E aggiunge: «Da un giorno all’altro, un single può avvicinarsi a pensare di adottare. Mentre prima era escluso a priori. Ma è chiaro che è ancora tutto un po’ da vedere, perché non c’è stato un primo caso (post sentenza ndr.)».
E per raccogliere gli effetti della nuova sentenza, gli enti autorizzati come Amici dei Bambini – che tra gli italiani è quello che può operare sul maggior numero di Paesi – dovranno aspettare ancora un po’. Perché le tempistiche che intercorrono tra la presentazione della richiesta d’adozione da parte delle coppie fino all’effettiva adozione non sono affatto brevi.

«In media, nel 2022 e nel 2023, l’iter complessivo arrivava a durare 52 mesi. Quando in teoria le leggi prescrivono dei tempi ben precisi, che di fatto però non vengono rispettati». Gli ultimi dati diffusi dalla CAI risalgono al primo semestre del 2024, e rivelano delle stime ancora peggiori di quelle descritte da Elli. Dalla domanda di adozione all’autorizzazione all’ingresso del minore in Italia – passando per il decreto d’idoneità e il conferimento dell’incarico a un ente – il tempo medio è di 56 mesi.
Perché per adottare un figlio, prima di rivolgersi a un ente bisogna ricevere la cosiddetta dichiarazione di idoneità: «Il tribunale e i servizi sociali fanno la loro indagine sulla coppia, che verrà fatta nella stessa maniera anche per i single, per dichiarare se le persone sono idonee ad adottare o meno. Arriva poi un momento in cui ogni coppia che fa l’iter riceve la sentenza di dichiarazione di idoneità all’adozione, con il giudice che dice che la coppia può adottare, oppure che non può adottare “perché…” oppure “fino a…”».
A quel punto, spiega Elli: «Per l’adozione internazionale, (le coppie ndr.) devono per forza rivolgersi a un ente, ed è qui che adozione nazionale e internazionale si dividono». È un percorso – dunque – che si può considerare diviso in due parti: «La prima non c’entra con gli enti come il nostro, perché se ne occupa il tribunale con i servizi sociali».
Dopo il semaforo verde del decreto d’idoneità, continua il portavoce della fondazione: «La coppia deve scegliere un ente, sulla base di diversi fattori. Anche perché non tutti gli enti operano negli stessi Paesi. Se io voglio adottare in Brasile o in Burundi, devo rivolgermi a un ente che sia autorizzato a operare in quei Paesi».

La richiesta di idoneità passa attraverso la fase di «compilazione della modulistica sul sito dei tribunali» spiega la dott.ssa Persona. Che «non è ancora stata modificata ed è ancora rapportata alle coppie senza considerare i single».
Si deduce, dice la referente, che «i servizi non sono ancora attivi sul fronte single». Ed è proprio questo il caso del tribunale per i minorenni di Milano. Come riferisce al telefono il punto informativo del tribunale, i corsi di pre-idoneità per gli aspiranti genitori single non sono ancora iniziati.
Poiché “è ancora tutto in itinere, ed è ancora tutto abbastanza vago”. Ma secondo Persona, la dilatazione dei tempi è per il momento comprensibile: «La sentenza è stata emessa circa tre settimane fa. Per i tribunali e per i servizi sociali ci vorrà del tempo per adeguarsi. Probabilmente la prassi sarà diversa per ogni tribunale. Noi ci auguriamo che non si procrastini».
I numeri dell’adozione in Italia: le statistiche della CAI
In questo scenario, la Commissione per le Adozioni Internazionali rilascia d’anno in anno (e di semestre in semestre) le statistiche con i numeri relativi alle adozioni internazionali.

Secondo il rapporto Dati e prospettive internazionali – che tiene conto dei primi sei mesi del 2024, dal 1° gennaio sino al 30 giugno – dal 2014 al 2024 si è registrata una diminuzione progressiva nel tempo di coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minorenni stranieri nei primi semestri degli anni. Nell’arco del decennio, si registra infatti un calo del 73%.
Una tendenza che sembra stabilizzarsi a partire dal 2020. Con il valore semestrale più basso registrato proprio nel 2020 – l’anno dell’inizio della pandemia da Covid-19 – cui è seguita una lieve ripresa nei due anni successivi.

Per quanto riguarda la regione di residenza delle coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minorenni stranieri, è la Lombardia a “vincere”. In termini assoluti, la regione registra il maggior numero di coppie richiedenti (37), seguita dal Veneto (30) e dalla Campania (24). Le tre regioni insieme cumulano il 38,9% delle adozioni internazionali del primo semestre del 2024.