Tutti si ricordano dell’emergenza idrica dell’estate 2017: a Roma chiudevano i “nasoni”, le celebri fontane capitoline, mentre in Emilia Romagna veniva proclamato lo stato di calamità naturale nelle province di Parma e Piacenza. Adesso anche i numeri confermano che il 2017 è stato l’anno più secco in Italia dal 1800 a oggi. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), infatti, le piogge sono state oltre il 30% inferiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, etichettando quest’anno come “il più secco dal 1800 a oggi”.
Dalla nota ufficiale dell’Istituto di ricerca emerge che in ben sei mesi il deficit di piogge è arrivato a toccare il 50% rispetto alla media del periodo. Per trovare un anno simile bisogna andare indietro al 1945: anche in quell’anno ci furono 9 mesi su 12 pesantemente sotto media con il deficit che fece segnare un -29%, quindi di poco inferiore al 2017.
Tra l’estate torrida e l’inverno mite, il 2017 è stato un anno eccezionale anche per il caldo: «Dal punto di vista termometrico – scrive il Cnr – il 2017 ha fatto registrare, per l’Italia, un’anomalia di +1,3 gradi al di sopra della media del periodo di riferimento convenzionale 1971-2000, chiudendo come il quarto più caldo dal 1800 ad oggi, pari merito agli anni 2001, 2007 e 2016. Più caldi del 2017 sono stati solo il 2003 (con un’anomalia di +1,36 gradi), il 2014 (+1,38 gradi rispetto alla media) e il 2015, che resta l’anno più caldo di sempre, con i suoi +1,43 gradi al di sopra della media del periodo di riferimento». (MA)