Caveau, aeroporti e musei profanati: i furti milionari passati alla storia

Ultimo, in ordine di tempo è il clamoroso furto avvenuto a Venezia durante l’ultimo giorno della mostra Tesori dei Moghul e dei Maharaja allestita da settembre a Palazzo Ducale. Le telecamere di sicurezza all’interno della sala dello Scrutinio hanno ripreso due uomini che indisturbati forzano una teca contenente i gioielli dello sceicco Al-Thani. Una spilla con un diamante da dieci carati, del valore di circa un milione e mezzo di euro e una coppia di orecchini con diamanti e rubini per due milioni, spariscono in 20 secondi.

Un colpo pianificato, a volto scoperto, alle 10 del mattino. L’allarme collegato alla sala operativa della questura di Venezia è scattato dopo un minuto, le porte si sono sbarrate automaticamente ma i due rapinatori si trovavano già fuori dall’edificio. Un colpo sospetto che lascia aperti numerosi interrogativi soprattutto sulle falle dei sistemi di sicurezza. L’ultimo di una lunga lista di colpi gobbi a caveau, musei e alberghi. Di seguito una breve rassegna dei più clamorosi degli ultimi 40 anni.

Una scena tratta dal film “The Goodfellas”

IL BUCO DI HATTON GARDEN – 2015 Una storia che sembra la sceneggiatura di un film. Uno dei più grandi furti  della storia inglese è quello messo a segno da un gruppo di pensionati londinesi nell’aprile del 2015. Ogni venerdì quattro anziani amici discutevano sottovoce tra una birra e l’altra seduti a tavolo appartato del piccolo pub di Pentoville Road nel quartiere di Islington. Tra problemi di diabete, pensione che non basta mai e incontinenza, lentamente la loro attenzione aveva iniziato insistentemente a concentrarsi su un edificio poco lontano dal pub: la Safety Deposit Company – un forziere privato colmo di oro e banconote. Un tesoro. Brian Reader di 76 anni, John Collins 75 anni, Terry Perkins 67enne e il più giovane della gang Daniel Jones di 60 anni trascorsero due mesi a fare sopralluoghi spinti dalla loro precedente esperienza di scassinatori negli anni ’80. Sensori, allarmi e videocamere sbarravano loro la strada così gli amici decisero di agire con la forza. La mattina del 2 aprile del 2015, vestiti da operai, a bordo di una carotatrice con punta di diamante Hilti DD30, in grado di fare buchi di mezzo metro su qualunque parete, la banda entrò in azione. Un complice dai capelli rossi conosciuto solo con il nome di Basil e mai arrestato, fu di fondamentale aiuto per introdursi all’interno dell’edificio.  Dopo essersi calati dalla tromba dell’ascensore la banda fu in grado di perforare il muro del caveau, eludendo tutti i sistemi di sicurezza. Ma dall’altra parte del muro un gigantesco armadio corazzato impediva il passaggio e non aveva nessuna intenzione di schiodarsi dal pavimento. Gli atti del processo hanno permesso di scoprire che, bloccati da questo imprevisto, i quattro pensionati tornarono a casa un po’ scoraggiati. Ma si sa, la notte porta consiglio e così il 4 aprile a bordo di una carotatrice più potente nuova di zecca, divelto l’armadio, svuotarono 73 delle 999 cassette di sicurezza. Il bottino di circa 30 milioni di euro, è stato ritrovato qualche mese dopo, a seguito di numerosi interrogatori e intercettazioni, nascosto all’interno della tomba della famiglia Jones.

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La “gang del buco” di Hatton Garden

HOTEL CARLTON – 2013 Una dinamica bizzarra quella del colpo avvenuto nel 2013 nella hall del prestigioso Hotel Carlton di Cannes. Un solo uomo, armato di fucile, entra nell’albergo dove è in corso l’esposizione internazionale Leviev, in un attimo si impadronisce di alcuni gioielli per un totale di 136 milioni di dollari. Secondo le ricostruzioni fornite dalla procura di Grasse, il ladro fuggì a piedi, correndo via da una porta finestra dell’albergo e durante la fuga perse anche qualche pietra. Un furto clamoroso che ha subito scatenato grandi polemiche sull’apparato di sicurezza  insufficiente. Gli investigatori francesi hanno poi ipotizzato il coinvolgimento della famigerata Pink Panther, una gang composta da criminali dell’Est responsabile di oltre 300 rapine in tutto il mondo. Il super bottino è rimasto al momento introvabile.

NOTARBARTOLO E I DIAMANTI – 2003 Il più grande furto di diamanti della storia. Frutto della mente di Leonardo Notarbartolo, palermitano trapiantato a Torino. Una sorta di Jean Paul Belmondo romantico che la notte di San Valentino del 2003 riuscì a svaligiare il caveau del Diamond Center di Anversa. Trasferitosi in Belgio con la famiglia, Notarbartolo creò una società fittizia che si occupava  del commercio di pietre preziose; un geniale pretesto per studiare a fondo i segreti del Diamond Center, uno dei depositi più controllati al Mondo. Con altri complici, rapinatori pregiudicati, rimasero nel caveau tutta la notte fino alle prime luci dell’alba. Bottino: 200 milioni di euro in diamanti grezzi e tagliati. Prima di uscire i rapinatori decisero di sostituire i filmati delle telecamere di sicurezza con alcune pellicole porno, un tocco di classe. Dopo mesi di indagini gli investigatori della polizia scientifica di Anversa riuscirono a recuperare alcune tracce di Dna dai rifiuti, abbandonati dalla banda in una piazzola dell’autostrada durante la fuga. Parte della refurtiva venne recuperata ma numerosi diamanti, per un valore di svariate migliaia di euro rimangono tutt’ora svaniti nel nulla. Nortarbartolo ha scontato la sua pena nel carcere di Anversa e risiede a Giaveno (TO), non ha mai proferito una parola riguardo al notte della rapina.

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Vista interna del “Diamond Center” di Anversa dopo la rapina

I VAN GOGH DI CASTELLAMMARE – 2002 Due ladri abili, la scala di un cantiere edile e il Van Gogh Museum di Amsterdam. Gli ingredienti perfetti per un colpo valutato 100 milioni di dollari. Nel dicembre 2002, in pochi minuti i due uomini salgono sul tetto del museo, si introducono all’interno e rubano due tele: La spiaggia di Scheveningen durante un temporale e L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen. La polizia olandese arresta due sospettati ma non riesce a trovare i quadri. Quattordici anni dopo, il 25 settembre 2016, la Procura di Napoli guidata da Giovanni Colangelo insieme al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza annunciano il ritrovamento delle tele nel cuore di un anonimo locale di Castellamare di Stabia, di proprietà di Raffaele Imperiale, boss del narcotraffico internazionale.

IL FURTO DI “ISABELLA” – 1990 In pieni anni ’90 ecco che ricompare un classico. Nella notte del 18 marzo 1990, due uomini vestiti da poliziotti irrompono all’interno dellIsabella Gardner Museum di Boston, immobilizzano la guardia e rubano tredici tra le più preziose opere della collezione permanente, per un valore totale di 500 milioni di dollari. Il furto venne definito come il “più grave reato contro la proprietà all’interno degli USA”. I rapinatori, svaniti nel nulla. Ventitré anni di indagini hanno portato all’identificazione, nel 2013, dei responsabili, facenti parti di un’organizzazione criminale della East Coast. Opere di incredibile valore, tra cui alcuni schizzi di Manet e Degas, tre dipinti di Rembrandt e il Concerto a tre di Vermeer, sono attualmente disperse. Secondo gli agenti sarebbero finite in  Connecticut  e poi a Philadelphia per essere vendute già una decina di anni fa. Nella speranza di recuperare i lavori, è stata ribadita l’offerta di 5 milioni di dollari a chiunque sia in grado di dare informazioni significative riguardo al caso.

Uno dei più gravi reati contro la proprietà all’interno degli Usa, oltre 23 anni di indagini non hanno attualmente portato ad alcun risultato

IL DEPOSITO BRINK’S-MAT – 1983 Venne descritto come il “crimine del secolo”, in verità nel furto al magazzino della Brink’s-Mat ci fu anche molta fortuna. I ladri erano convinti di rubare 3.2 milioni di sterline in contanti ma trovarono tre tonnellate di lingotti d’oro e sottrassero 26 milioni di sterline e diamanti di proprietà della Johnson Matthey Bankers Ltd. Un record.  La banda composta da sei uomini e grazie alla complicità di un membro del personale di servizio, la mattina del 26 novembre 1983 riuscì a fare irruzione all’interno dell’Unità 7 dell’aeroporto di Heathrow minacciando le guardie con benzina e fiammiferi. Alcuni mesi dopo, le tre tonnellate d’oro frutto della rapina vennero fuse e rivendute,  alle stesse ditte che avevano subito la rapina. Il furto scatenò una massiccia caccia ai rapinatori da parte di Scotland Yard che, in un periodo relativamente breve, riuscì ad arrestare tutti i responsabili.

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Esterno del deposito di “Brink’s Mat”- foto 1983

“QUEI BRAVI RAGAZZI” DEL VOLO LUFTHANSA – 1978 Come non citare il celebre furto noto come il “colpo Lufthansa”, una delle più celebri rapine della storia degli Stati Uniti. La mattina dell’11 dicembre 1978 all’aeroporto internazionale John F.Kennedy di New York, un gruppo di criminali riuscì a svuotare un caveau di proprietà della compagnia aerea tedesca Lufthansa. Soldi e gioielli per un valore stimato di 6 milioni di dollari mai più ritrovati. A questo colpo partecipò tra gli altri anche Henry Hill, il mafioso morto nel 2012 la cui storia è raccontata nel romanzo Il delitto paga bene di Nicholas Pileggi, da cui Martin Scorzese trasse nel 1990 una delle pellicole più famose della storia del cinema: Quei bravi ragazzi.

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