CASO ILARIA SULA: IL RUOLO DELLA MADRE DI SAMSON E LE CHAT CON UN’ALTRA RAGAZZA

È tutto da chiarire il femminicidio di Ilaria Sula. Negli ultimi giorni sono emersi nuovi elementi che da un lato chiariscono aspetti della vicenda, dall’altro aggiungono complessità ad un caso che sta lasciando il segno nell’opinione pubblica.

Adesso, oltre a Mark Samson, ex fidanzato di Ilaria Sula, è indagata anche sua madre Nosr Mazlapan. I primi risultati dell’autopsia e i messaggi che il 23enne di origine filippina si era scambiato con un’altra ragazza prima e dopo l’omicidio, restituiscono una scena dell’orrore che si aggiunge alla lunga lista dei femminicidi degli ultimi tempi. Resta da capire quanto nelle azioni di Samson ci sia stata emulazione e quanto no.

INDAGATA LA MADRE DI MARK SAMSON

Non ci sono dubbi su chi abbia ucciso Ilaria Sula. Mark Samson ha confessato quasi subito l’omicidio dell’ex fidanzata ai magistrati e alla polizia, nonostante abbia inizialmente depistato la morte della ragazza scrivendo messaggi a familiari e amici dal suo telefono. Da chiarire, invece, tutto il contorno. Dai verbali di sopralluogo della polizia scientifica, visionate dall’agenzia LaPresse, emerge che Ilaria Sula non sarebbe stata uccisa il 26 marzo mattina, come ha confessato Samson, ma il 25 sera.

Il cadavere sarebbe quindi rimasto nella casa in cui il ragazzo viveva con i genitori per almeno 20 ore. Alle 18.35 del 26 marzo l’auto di Samson è stata immortalata vicino al dirupo in cui è stato lasciato il corpo della 22enne. È stata una fototrappola per contrastare l’abbandono di rifiuti a riprendere la targa, senza mostrare però chi e quante persone fossero in macchina.

I genitori di Mark Samson, 23enne reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula

Cruciale il ruolo di Nors Manlapaz, la mamma di Mark Antony Samson. «Ho aiutato mio figlio a pulire le macchie di sangue in casa», ha ammesso in questura durante un interrogatorio durato quattro ore. Interrogatorio a cui la donna ha chiesto di essere sottoposta dopo che le celle telefoniche e alcune dichiarazioni del figlio avevano reso chiaro il suo coinvolgimento nelle ore successive al delitto. È indagata ora per occultamento di cadavere, e gli inquirenti non escludono che abbia aiutato Samson anche a nascondere il corpo di Ilaria, oltre che pulire le tracce di sangue. Resta fuori dalle indagini, almeno per il momento, Rik Samson, padre del ragazzo.

LE TRACCE DI SANGUE

Il 26 marzo è anche la data sullo scontrino di un negozio di casalinghi e detersivi ritrovato in casa Samson, prova che sono stati acquistati prodotti per ripulire la scena del crimine. Tracce di sangue lavate via, ma che restano indelebili al luminol della polizia scientifica. Sui verbali si legge che il sangue è stato trovato in abbondanza anche nel piatto doccia, nei lavandini dei bagni e della cucina, sui bastoni degli spazzoloni per pavimenti e su diverse paia di guanti in lattice. Continuano poi su tutto il muro del corridoio, mentre una chiazza compare su uno scatolone di cartone sopra un armadio. E poi la traccia di sangue ritrovata nella macchina di Mark Samson, sulla maniglia interna dello sportello anteriore sinistro. Oltre ad alcune ciocche di capelli lunghi, si ipotizza siano della ragazza.

Mistero anche sul secondo profilo genetico maschile trovato nella stanza dove Ilaria Sula è stata uccisa, profilo che non risulta essere del 23enne reo confesso. Nello specifico, residui di Dna sarebbero stati trovati su un paio di scarpe, sequestrata dagli investigatori, e sulla valigia usata per nascondere il corpo.

PICCHIATA PRIMA DI ESSERE STATA UCCISA
Ilaria Sula, la 22enne uccisa da Mark Samson

Non solo le coltellate. Ilaria Sula sarebbe stata anche picchiata da Mark Samson. È quanto emerge dall’autopsia, in cui si parla di un «grosso ematoma» sul sopracciglio sinistro, probabilmente dato da un pugno. Poi un altro sull’occhio, sul labbro, oltre a dei piccoli graffi sul collo. Segni anche sull’avambraccio destro e un’unghia rotta sulla mano sinistra, come se Ilaria avesse cercato di difendersi. Poi le coltellate, tre alla giugulare e una sulla guancia. Il quadro che ne emerge è di una scena dell’orrore. Nell’ordinanza di arresto del 23enne, il gip parla di la «freddezza e insensibilità» nel colpire di sorpresa e «brutalmente una persona che si fidava di lui».

LE CHAT CON UN’ALTRA RAGAZZA

Mark Samson ha confessato di aver ucciso la sua ex fidanzata per dei messaggi che lei si scambiava con un altro ragazzo sull’app di incontri Tinder. Ma anche lui si scriveva con una ragazza contattata online, a cui ha scritto anche dopo aver ucciso Ilaria. È la trasmissione “Chi l’ha visto?” di RaiTre ad aver mandato in onda la testimonianza della ragazza, compresi gli screen dei messaggi che si sono scambiati. Quest’ultima ha raccontato che Samson le aveva confidato di attraversare un periodo difficile, anche se non aveva mai nominato Ilaria. Il giorno prima dell’omicidio, Samson ha invitato questa ragazza ad uscire e le ha chiesto l’indirizzo di casa, oltre ad informarsi se avesse dei coinquilini.

I messaggi di Mark Samson alla ragazza conosciuta online

Gli screen dei messaggi che si sono scambiati sono preoccupanti, soprattutto quello inviato da Samson dopo aver ucciso Ilaria. Le propone dei deep night talks, ovvero una serata per parlare  «di tutti i nostri problemi o di cazz*** di notte col silenzio… Solo se ti va di ospitare uno sconosciuto non solo un serial killer che sia chiaro». Nella chat anche delle foto. Dopo che Samson ha saputo in che zona abitava la ragazza è andato nel suo quartiere inviandole scatti per farle capire che erano vicini per incontrarsi. Quest’ultima non ha mai accettato, e solo dopo la notizia della morte di Ilaria Sula ha capito chi era il suo interlocutore.

Social e telefoni hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella vicenda. Considerando anche che dopo l’omicidio, Mark Samson ha preso il telefono di Ilaria e inviato messaggi alla sua famiglia e ai suoi amici, facendo credere che lei fosse ancora viva. Si consumano così i femminicidi nell’epoca contemporanea, in un continuo intersecarsi tra vita reale e vita digitale. Le chat diventano occasione di scontro, di litigio, di omicidio.

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