Nuovi sviluppi sul caso Cucchi.
Due carabinieri – Colombo Labriola e Francesco Di Sano – hanno chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento contro i loro superiori Luciano Soligo e Francesco Cavallo, entrambi tenente colonnello.
Labriola, al momento del fermo di Cucchi nel 2009, era comandante della stazione di Tor Sapienza. Secondo quanto dichiarato dall’avvocato, il comandante «non fu neppure informato quando Cucchi fu portato nella sua stazione».
Quella notte era in servizio anche il carabiniere Di Sano, che è accusato di aver modificato l’annotazione di servizio su richiesta di Soligo.
«Non sapevamo del pestaggio». Hanno commentato i due carabinieri, che hanno anche aggiunto: «Dopo i Cucchi, le vittime siamo noi. C’è stata una strana insistenza nel chiederci di eseguire quelle modifiche che all’epoca non capivamo. Oggi sappiamo tutto e per questo abbiamo deciso di costituirci parte civile. Non siamo nella stessa linea gerarchica, l’abbiamo subita, erano ordini».
L’avvocato Giorgio Carta, legale di entrambi, ha poi precisato: «L’ordine fu dato da chi insistendo sulla modifica sapeva qualcosa di più. Loro hanno subito un danno di immagine, da questo punto di vista siamo nella stessa posizione degli agenti di polizia penitenziaria».
Alla richiesta di Labriola e Di Sano, si aggiunge anche quella dell’avvocato Diego Perugini, legale di uno dei tre agenti della penitenziaria assolti in via definitiva al primo processo Cucchi. Perugini ha chiesto di citare come responsabile civile il ministero della Difesa, in quanto organo di riferimento dell’Arma dei carabinieri. Il ministero di via XX Settembre è già parte civile nel processo contro gli otto carabinieri accusati di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia, per avere insabbiato il pestaggio nei confronti di Cucchi.