L’azienda che si occupa della produzione di polipropilene ha annunciato di voler chiudere l’impianto produttivo P9T, nello stabilimento di Brindisi. A rischio 47 posti di lavoro.
LA VICENDA
Martedì 5 settembre, durante un incontro avvenuto a Roma con le parti sociali, la società operante nel settore chimico ha comunicato la volontà di chiudere l’impianto di Brindisi. Per i sindacati, si tratta di una scelta che potrebbe innescare reazioni a catena in tutto il polo pugliese e non solo. Cgil e Cisl rilanciano sull’importanza di preservare e rilanciare il distretto industriale, fondamentale per la tenuta del territorio.
LE MOTIVAZIONI DELL’AZIENDA
Alla base della decisione ci sarebbero le difficoltà del polo chimico brindisino. Secondo i vertici dell’azienda, i macchinari dell’impianto sono obsoleti e non garantiscono competitività. «Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall’impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto scarsa» ha affermato Jim Guilfoyle, senior vice president di Lyondell Basell.
LE CONSEGUENZE PER I LAVORATORI
L’impianto conta 135 dipendenti. Sono 47 quelli in esubero, mentre per gli altri si attende la proposta di trasferimento nel polo produttivo di Ferrara. Nessuna prospettiva invece per i lavoratori in somministrazione. L’azienda ha promesso di farsi carico delle spese necessarie fino al raggiungimento dell’età pensionabile per i dipendenti prossimi alla soglia.
LA RISPOSTA DEI SINDACATI
Mercoledì 6 settembre, si è tenuta un’assemblea dei lavoratori nella la sala mensa dello stabilimento con i segretari generali delle categorie del settore industria: Antonio Frattini per Filctem Cgil, Marcello De Marco per Femca Cisl, Carlo Perrucci per Uiltec Uil, oltre ai componenti della rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) di Basell. «La decisione – secondo i sindacati – rischia di coinvolgere, nel prossimo futuro, anche l’altro impianto PP2, che completa lo stabilimento Lyondell Basell di Brindisi, decretando a quel punto la definitiva dismissione dell’intero sito produttivo e la messa in discussione di tutti e 135 addetti diretti oltre che i lavoratori delle ditte appaltatrici». Venerdì 8 settembre c’è stata un’altra risposta dei sindacati con un primo pacchetto di sciopero di 8 ore.
L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL CASO
Il 7 settembre è stata presentata, dal commissario regionale di Forza Italia on. Mauro D’Attis, un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. All’interno della nota, c’è la volontà di capire quali iniziative urgenti intendano assumere i Ministri interrogati al fine di tutelare i posti di lavoro e scongiurare la chiusura dello stabilimento brindisino.