Sembrava un giorno normale all’Istituto Emanuela Loi di Palermo, nel quartiere Passo di Rigano. Nella classe di Marta (nome di fantasia), una bambina di appena 9 anni, la maestra stava portando avanti la lezione. Ad un certo punto, però, l’inimmaginabile. Il compagno di banco della piccola, vedendola immobile, prova a sollecitarla. «Che hai? Che succede? Maestra, maestra! Non risponde più, si è bloccata mentre scriveva», urla all’insegnante. Marta viene portata subito in segreteria, dove vengono convocati i genitori.
Frastornata, con gli arti gelidi e pallida in volto a causa dei riscaldamenti spenti nella scuola. I sanitari del 118, precedentemente allertati, traportano repentinamente la piccola all’ospedale Cervello. «Lì hanno riscontrato una scarsa sensibilità di braccia e gambe, pallore, cefalea e un diffuso irrigidimento muscolare. Le è stata tenuta addosso una coperta termica in modo che la bambina potesse riprendersi» racconta Giulio Catalano, il legale a cui i genitori si sono rivolti.
Edilizia scolastica a Palermo, il punto del Garante dell’Infanzia
Il caso di Marta ha posto sotto i riflettori il problema dell’edilizia scolastica a Palermo, che spesso viene trascurata fino a, secondo molti, ledere i diritti basilari dell’Infanzia. «I recenti fatti di cronaca ci portano a pensare pensare alla necessità di avere ambienti salubri dove fare vivere i nostri bambini – scrive Giovanna Perricone, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune – Tale condizione di negazione dei diritti risulta antica e radicata. Anche per l’edilizia scolastica si profilano, però, possibili cambiamenti individuabili nell‘impegno economico che il governo della città ha attestato all’interno dei costi previsti dal bilancio».
«Come Autorità Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza auspico che ora le scuole si facciano promotrici di un’efficace esecutività nella gestione dei fondi attribuiti. Sono fiduciosa che tutte le risorse esistenti vengano orientate a rispondere ai diritti di sopravvivenza, di crescita, di protezione, di partecipazione, che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (20 Novembre 1989) da più di trent’anni ci indica e che la normativa nazionale ha assunto all’avvio degli anni 2000. Mi auguro anche che i cittadini contribuiscano a valorizzare, ciascuno con il proprio ruolo, tutti gli sforzi che in questa città si fanno per sostenere il benessere della crescita dei bambini», conclude.
Lo Monaco, ex M5S: “Necessaria manutenzione straordinaria”
Sul caso è intervenuta anche Viviana Lo Monaco, insegnante ed ex consigliera comunale del M5s, che ha inviato una lettera aperta all’assessore alla Scuola del Comune, Aristide Tamajo, dando il via anche ad una petizione online. Secondo l’ex pentastellata il problema non riguarderebbe solo l’Emanuela Loi, bensì anche tante altre scuole.
«A distanza di oltre tre mesi dalle dichiarazioni dell’assessore Aristide Tamajo, in cui lo stesso aveva annunciato controlli e tempestivi interventi di manutenzione degli impianti di riscaldamento negli edifici scolastici cittadini nel plesso scolastico di via Nazario Sauro (dell’I.C. De Amicis-da Vinci) si lavora e si studia in condizioni inaccettabili, a causa della totale e continuativa assenza di riscaldamenti».
Per Lo Monaco le temperature si attestano ben al di sotto dei 18 gradi, minimo fissato dal DPR del 18 dicembre 1975 per gli ambienti scolastici. «La società Amg che ha effettuato diversi sopralluoghi nei nostri plessi scolastici, è in attesa di autorizzazione da parte degli uffici comunali per poter effettuare la manutenzione straordinaria necessaria».
«I parametri stabiliti dalla legge in termini di sicurezza dei luoghi di lavoro e di tutela della salute degli studenti e del personale scolastico (docenti, collaboratori, assistenti tecnici/amministrativi…) – prosegue Lo Monaco – devono essere rispettati, senza se e senza ma. E la norma, se vogliamo, diviene ancora più cogente quando i soggetti in questione sono bambini piccoli, dunque persone ancora più fragili, pena la dichiarazione di inagibilità degli edifici e la conseguente negazione del sacrosanto diritto allo studio dei minori. Per queste ragioni si sollecita un intervento risolutivo immediato di ripristino degli impianti di riscaldamento da parte dell’amministrazione comunale».
A Palermo lezioni al freddo anche in Università
Le aule gelide sembrano essere un problema ricorrente anche per le Università palermitane. Di recente, infatti, anche una studentessa che seguiva un corso di formazione si è sentita male, fino ad andare in ipotermia. Anche in questo caso è stato necessario l’intervento del 118 e il ricovero in ospedale ad Alcamo, città d’origine della giovane. Il caso si è verificato nell’aula 12 dell’edificio 19 di viale delle Scienze, nella cittadella universitaria di Palermo.