Il 25 e il 26 gennaio sarà sciopero generale. Lo annunciano le associazioni dei benzinai «per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità».
Il perché dello sciopero
Il malcontento tra i gestori delle pompe di benzina è cresciuto a seguito del decreto trasparenza varato nei giorni precedenti, volto ad arginare le presunte speculazioni dopo l’annullamento sul taglio delle accise. I benzinai dovranno esporre dei cartelli indicando il prezzo medio nazionale stabilito dal governo. Si rischiano sanzioni amministrative, e in caso di recidività la sospensione dell’attività da sette a novanta giorni. Sarà il Ministero delle Imprese a calcolare e pubblicare il prezzo medio giornaliero nazionale.
Ma dove finisce il denaro che spendo al rifornimento, tra accise e profitti per le pompe di benzina?
Le motivazioni del governo
Si poteva sospettare già dalle prime dichiarazioni di Matteo Salvini che il governo avrebbe agito su questo fronte. L’8 gennaio il Segretario della Lega nonché Ministro delle Infrastrutture ha commentato: «Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 e altri a 2,40. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo». Una vera e propria accusa a una parte delle pompe di benzina, accusate di speculare ai danni dei consumatori. La presidente Giorgia Meloni ha commentato in un video su Twitter: «La gran parte dei benzinai è onesta responsabile e a tutela loro dobbiamo intervenire».
Caro carburanti? Facciamo chiarezza.#gliappuntidiGiorgia https://t.co/cWIBXLRE4O
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 11, 2023
Date e orari dello sciopero
Lo sciopero inizia alle 19 del 24 gennaio e termina alle 7 del mattino di giorno 27. Si preannunciano grosse difficoltà per il settore dei trasporti, oltre alle immancabili code per il pieno nelle ore precedenti.
In una nota delle tre associazioni responsabili dello sciopero – Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio – si legge: «È stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. Beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di euro l’anno».