Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo. Il 22enne reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin ha ricevuto oggi, 3 dicembre, la sentenza da parte della Corte d’Assise di Venezia presieduta dal giudice Stefano Manduzio. Confermate le accuse di omicidio pluriaggravato, sequestro di persona, occultamento di cadavere e premeditazione, escluse invece le aggravanti di crudeltà e stalking.
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Il commento di Gino Cecchettin
«La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non riavrò mai indietro Giulia, non sono né più sollevato, né più triste rispetto a ieri. Giustizia è stata fatta secondo le leggi vigenti, ma dovremo fare di più come esseri umani. La violenza di genere non si combatte con le pene, ma con la prevenzione. Come essere umano mi sento sconfitto», questi i commenti di Gino Cecchettin al termine dell’udienza che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo. Per lui questa non è una battaglia vinta. «Quella di oggi era una tappa dovuta per rispettare le leggi che ci siamo dati come società civile. Aiutiamoci tutti nel percorso contro la violenza, nessun altro papà dovrà più trovarsi qui».
@masterx_iulm «Abbiamo perso tutti». Così Gino Cecchettin, il padre di Giulia Cecchettin, commenta l’ergastolo per Filippo Turetta e ricorda: «La violenza di genere va combattuta con la prevenzione». #Turetta#filippoturetta#giuliacecchettin#cecchettin#ergastolo ♬ original sound – master_x
Ore prima della pronuncia della sentenza, Gino Cecchettin ha stretto la mano all’avvocato di Filippo Turetta, Giovanni Caruso. «Io e l’avvocato ci siamo stretti la mano, lui doveva fare il suo lavoro, il mio punto di vista è ovviamente diverso e mi sono sentito offeso da alcune sue parole, ma ora c’è la pace». Dopo l’udienza del 25 novembre, Cecchettin aveva infatti ritenuto l’arringa dell’avvocato Caruso «offensiva per la memoria di Giulia».
I fatti dello scorso anno
«Avevo ipotizzato di rapirla in macchina, di allontanarci insieme verso una località isolata…poi aggredirla, toglierle la vita a lei e poi a me.» Lo ha confessato Filippo Turetta durante un interrogatorio dopo la sua fuga verso la Germania durata una settimana. Fuga iniziata l’11 novembre 2023 quando nel parcheggio di Vigonovo, a pochi passi da casa Cecchettin, Turetta costringe l’ex fidanzata a salire in macchina, la blocca con lo scotch e quando prova a scappare, nella zona industriale di Fossò, la finisce con settantacinque coltellate. Poi Turetta riparte, carica Cecchettin in auto e abbandona il corpo in alcuni sacchi neri vicino al lago di Barcis. Da qui comincia la fuga dell’omicida verso la Germania, seguendo un itinerario studiato in anticipo, usando solo contanti e spegnendo il cellulare. Fino alla sua resa, quando viene arrestato dalla polizia tedesca e portato nel carcere di Halle. Il 25 novembre Filippo Turetta è estradato in Italia e incarcerato a Verona.