Aquila, a nove anni dal sisma circa 5mila in strada per ricordare le vittime

Erano le 3 e 32 del 6 aprile 2009, quando un violento terremoto ha devastato l’Aquila. A nove anni dal sisma, ieri notte la campana della Chiesa di Santa Maria del Suffragio ha suonato 309 rintocchi, uno per ogni vittima. Circa 5 mila persone sono scese in strada per la fiaccolata in memoria di questa tragedia. All’Aquila è lutto cittadino e le bandiere sono a mezz’asta sugli edifici pubblici.

Il presidente del consiglio comunale, Roberto Tinari, è intenzionato a nominare una commissione composta anche dagli ex sindaci per ricostruire storicamente il terremoto. Tinari ha poi aggiunto che i lavori per il parco della memoria in piazzale Paoli, la cui progettazione è stata bloccata dopo la raccolta di firme contrarie, riprenderanno presto. «Dopo nove anni non si può non avere un luogo della memoria», ha detto Antonietta Centofanti, presidente del comitato vittime della Casa dello Studente.

Al corteo erano presenti anche le vittime di Rigopiano e di Viareggio. Sono intervenute inoltre personalità dello Stato come Paola De Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Commissario per i terremoti del Centro Italia 2016 e 2017: «Volevamo dimostrare che le maniche sono state rimboccate. Noi abbiamo aperto 14 mila cantieri, chiusi 12 mila, abbiamo finalmente concluso la partita delle scuole che, alla sottoscritta, stava particolarmente a cuore». Dichiarazione che ha suscitato la reazione di un familiare delle vittime, il dottor Vincenzo Vittorini, che ha perso moglie e figlio nel sisma: «Sono nove anni che cerchiamo di far passare messaggi su sicurezza e legalità, oggi è il giorno del silenzio e del ricordo, non è il momento di parlare di ricostruzione, né di metter in atto passerelle».

La fiaccolata della scorsa notte è stata aperta da uno striscione dei familiari delle vittime con la scritta: «Per loro, per tutti». Il sindaco, Pierluigi Biondi, ha invitato i dirigenti scolastici a rispettare un minuto di silenzio durante le lezioni e a sospendere tutte le attività lavorative fino alle 11, a eccezione dei servizi indispensabili e obbligatori.

(chc)

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