Un anno fa moriva il giornalista Antonio Megalizzi

11 dicembre del 2018: un uomo inizia a sparare sulla folla del Christkindelsmärik, storico mercatino di Natale di Strasburgo. Uccide 5 persone e ne ferisce diverse altre, poi si dà alla fuga. L’attacco è di matrice religiosa: durante la sparatoria, il killer inneggia ad Allah. Per scappare sequestra un tassista, si fa portare nel quartiere di Neudorf e fa perdere le sue tracce.

Giorni dopo l’attentato, però, la polizia  rintraccia il killer proprio nei pressi della sua abitazione. Si tratta di Chérif Chekatt, ventinovenne francese di origini algerine. Numerosi precedenti penali a carico in vari Paesi: Francia, Germania e Svizzera. Nel 2017 era stato espulso dalla Germania. Per poterlo arrestare, però, la polizia deve iniziare a sparare: Checkatt muore nello scontro a fuoco.

Le vittime

Le vittime sono di diverse nazionalità: il thailandese Anupong Suebsamarn, il francese Pascal Verdenne, l’afgano Kamal Naghchband, il giornalista italiano Antonio Megalizzi, morto il 14 dicembre 2018, e il polacco Barto Pedro Orent-Niedzielski, collega e amico di Megalizzi, deceduto cinque giorni dopo. Proprio per il giovane cronista, l’Italia aveva affrontato giorni di fiato sospeso. A nulla però sono valsi i costanti aggiornamenti forniti dai telegiornali: le ferite riportate erano troppo gravi.

Megalizzi si trovava a Strasburgo per fare quello che più gli piaceva: il giornalismo. Con la web-radio Europhonica, raccontava l’Unione Europea. La notte dell’11 dicembre 2018 aveva deciso di concedersi un giro nel centro della città dopo aver concluso una delle tante interviste nell’edificio del Parlamento europeo. Con il Natale alle porte, era stato naturale scegliere come meta per la serata i mercatini caratteristici di Strasburgo. Da allora è passato un anno e la storia di Antonio ha contribuito a puntare i riflettori non solo sul destino dei ragazzi emigrati, ma anche sui tanti giornalisti italiani che lasciano il Paese per il proprio lavoro. Il 7 giugno scorso è nata una fondazione che porta il nome di Megalizzi e lo scopo è quello di tutelare i cronisti italiani all’estero.

Il ricordo del cronista

Il Parlamento europeo ha dedicato una sala stampa alla memoria del giovane speaker. E il suo ricordo sopravvive anche grazie alle iniziative della città, che l’11 dicembre del 2019 ha fatto suonare le campane di tutte le chiese di Strasburgo. I cittadini hanno poi posto delle candele sulle finestre delle loro abitazioni, in segno di vicinanza al corteo pacifico che ha attraversato le strade del centro.

«Aveva tanti ideali e tanti sogni sogni – racconta Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e autore del libro “Il sogno di Antonio. Storia di un ragazzo europeo” -. Lui non sognava a occhi aperti, non era un ingenuo. Faceva sogni concreti e non dava mai nulla per scontato. Credeva moltissimo in un futuro aperto, senza barriere, e nel progetto europeo. Era il suo sogno, e va difeso». Anche David Sassoli, presidente del Parlamento europeo e giornalista, ricorda il profondo sentimento di Megalizzi per l’Unione Europea «Per lui non era un’entità astratta, ma un’istituzione portatrice di valori universali. Abbiamo conosciuto Antonio al Parlamento europeo mentre era impegnato a far conoscere l’Europa ai giovani. Era un comunicatore brillante».

 

Gabriella Mazzeo

24 anni, giornalista praticante. Attualmente scrivo per MasterX, prossimamente scriverò per qualsiasi testata troverete in edicola. Per ora intaso il vostro internet, fra diversi anni forse anche le vostre tv. Nel dubbio, teniamoci in contatto

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