A poche ore dal pestaggio subìto dal segretario provinciale di Forza Nuova Palermo Massimo Ursino, un militante di Potere al Popolo è stato accoltellato a Perugia. L’uomo, un 37enne del posto, è stato raggiunto dagli aggressori martedì sera attorno alle 22.30 mentre era intento ad affiggere manifesti, ma non ha riportato ferite gravi. Ancora non identificati gli autori dell’attacco.
Nel frattempo, la Digos ha fermato cinque persone nell’ambito dell’indagine sull’aggressione subita da Ursino. Si tratterebbe di personaggi legati alla «sinistra antagonista» e connessi allo studentato “Malarazza” di via Cavour, i cui locali sono stati perquisiti mercoledì mattina. La polizia sarebbe arrivata alle loro identità esaminando le immagini di alcune telecamere della zona. Gli indiziati si trovano ora in Questura e stanno rispondendo alle domande degli inquirenti. Dovranno rendere conto dell’aggressione perpetrata a Ursino che è stato prima imbavagliato, poi legato mani e piedi, infine picchiato a sangue. Il tutto, filmato con uno smartphone da una ragazza del “commando” al fine di rivendicare l’aggressione a mezzo stampa.
Il video dell’aggressione
In attesa del responso della giustizia, non si è fatta attendere la dura reazione del leader di Forza Nuova Roberto Fiore: «E’ un ritorno alle tecniche brigatiste. Invito tutti i militanti di Forza Nuova e tutti gli alleati di Italia agli italiani alla mobilitazione piena per evitare che la violenza comunista unita ai poteri forti soffochi la nostra voce». Solidarietà anche da parte del segretario nazionale di Casapound Simone Di Stefano: «L’inaccettabile aggressione a Massimo Ursino è solo uno dei frutti di una campagna di odio portata avanti negli ultimi mesi dalla stampa e dai partiti di sinistra».
Ed è proprio in riferimento alla vicenda Ursino che, sempre martedì sera, un gruppo formato da circa trenta militanti di Forza Nuova è riuscito ad accedere negli studi di La7 reclamando di partecipare alla trasmissione Dimartedì. «Volevano interagire col programma – ha raccontato il conduttore Giovanni Floris – ma questo non era possibile. Non mandiamo in onda chi non è da noi invitato, tanto meno se si presenta in quel modo. Il confronto si è comunque svolto in un clima non violento. E dopo aver esposto le loro ragioni si sono fatti accompagnare all’uscita». (av)
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