Coppia acido, Pg Cassazione: «Affidate il figlio ai nonni»

«I figli non si tolgono nemmeno ai mafiosi perché ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato. E anche se Alexander Boettcher e Martina Levato sono responsabili di crimini raccapriccianti, dare in adozione il loro figlio equivarrebbe a una non consentita operazione di genetica familiare, come se il piccolo fosse nato con una macchia. I nonni materni sono idonei a crescerlo e ne hanno diritto». Con queste parole il Pg della Corte di Cassazione Francesca Ceriani ha chiesto l’affidamento del figlio di Martina ai nonni materni. «La legge contempla l’affidamento quando ci sono rapporti significativi e in questo caso occorre dare rilievo al fatto che i nonni materni hanno avuto con lui 46 incontri, senza mancare mai ad un appuntamento tutte le volte che era loro consentito. La significatività del rapporto deve essere calibrata rispetto al fatto che si tratta di un neonato», ha continuato Francesca Ceriani nella requisitoria con la quale ha chiesto di accogliere il ricorso con il quale i genitori di Martina hanno chiesto di ottenere in affidamento il nipote nato nell’agosto 2015, quando la figlia era già in carcere. Se la Cassazione dovesse accogliere la tesi del Pg e il ricorso dei nonni materni, sarebbe annullata la decisione del Tribunale di Milano che ha dichiarato adottabile il piccolo.

Il Pg ha chiesto invece di respingere la richiesta di affido avanzata dalla nonna materna, Patrizia Ravasi, e da Boettcher, anche lui detenuto per i raid all’acido che hanno sfigurato tre persone. Il Comune di Milano, costituitosi in Cassazione come tutore del bambino, ha chiesto alla Suprema Corte di respingere la richiesta dei familiari del piccolo, inclusi i nonni, che vogliono ottenere l’affidamento del bambino e la revoca della dichiarazione di adottabilità. «Rispettiamo le figure di questi nonni – ha dichiarato il legale rappresentante del sindaco Giuseppe Sala – ma l’impegno che vogliono assumersi è sproporzionato alle loro forze, al divario di età, alla durata pesante della pena alla quale sono stati condannati i genitori del bambino che non potranno quindi subentrare presto ai nonni, e al fatto che le aggressioni con l’acido che hanno compiuto denotano un totale deficit di senso civico che può certo essere colmato, ma solo attraverso un processo lungo e dall’esito incerto». (AM)

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