Cosa prevede l’accordo sui migranti firmato tra Ue e Tunisia

Il 16 giugno 2023 è stato firmato al palazzo presidenziale di Cartagine, vicino a Tunisi, il “memorandum d’intesa” sui migranti tra Unione Europea e Tunisia. L’accordo vuole fornire al governo tunisino un aiuto finanziario da circa un miliardo di euro e vuole limitare le partenze dalle coste del Paese.

Aiuti finanziari per bloccare le partenze

Il memorandum prevede che l’Unione Europea offra alla Tunisia aiuti finanziari sotto forma di un prestito a tassi agevolati di 900 milioni di euro, da erogare a rate nei prossimi anni. A questi, si aggiungono due contributi a fondo perduto: uno da 150 milioni per il bilancio nazionale e l’altro da 105 per impedire che migranti e richiedenti asilo raggiungano via mare le coste dell’Italia. Quest’ultimo replica, in scala minore, quelli dati alla Libia e alla Turchia negli scorsi anni.

L’interesse dei governi europei

Insieme alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e al primo ministro olandese Mark Rutte, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha parlato di cinque “pilastri”.


Assistenza macro-finanziaria, rafforzamento dei legami economici, cooperazione sulle fonti di energia rinnovabili, controllo della migrazione e promozione degli scambi culturali e del turismo. I governi europei erano interessati soprattutto a misure di contenimento dei migranti, che dovrebbero consistere in un aumento dei controlli e dei blocchi delle partenze. Per questo motivo, da qualche anno si parla di «esternalizzazione delle frontiere» da parte dell’Unione.

La campagna della Tunisia contro i migranti subsahariani

Si è parlato molto criticamente di questo accordo a causa delle violenze nei confronti dei migranti subsahariani. Da mesi, il presidente tunisino Kais Saied sta cercando di scaricare i problemi economici del Paese sugli immigrati, che transitano in Tunisia per partire via mare verso l’Europa. Il presidente ha istigato anche aggressioni razziste.

Migranti su un peschereccio nel Mediterraneo Centrale (foto: Valerio Nicolosi)

In un discorso pronunciato il 21 febbraio scorso, Saied aveva accusato «orde di immigrati illegali di portare violenza, crimine e altre pratiche inaccettabili». Ha inoltre sostenuto che l’immigrazione dai paesi africani facesse parte di un progetto di «sostituzione demografica per rendere la Tunisia un paese unicamente africano, che perda i suoi legami con il mondo arabo e islamico».

Carlotta Bocchi

Un libro nello zaino e una canzone nella testa. Scarpe comode per vagare nella mia città, Milano, accogliente e ostile allo stesso tempo. Sono appassionata di cronaca, mafie e criminalità, migrazioni e tematiche sociali.

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