«Mi alleno con un remoergometro in attesa delle Olimpiadi»: intervista a Stefano Oppo

«Sicuramente abbiamo molto tempo in più per capire se la preparazione che stiamo facendo è quella giusta. Sembra di sì, abbiamo avuto buoni risultati nei test personali, però si può sempre fare meglio. Cogliamo l’occasione per migliorarci». Così Stefano Oppo, atleta della Nazionale Italiana di Canottaggio e membro del Centro Sportivo Carabinieri, ha commentato la decisione di rinviare le Olimpiadi, che si sarebbero dovute tenere quest’anno a Tokyo, all’estate 2021.

Ovviamente non è stata una bella notizia, dato che la preparazione era iniziata subito dopo le Olimpiadi di Rio del 2016: «Il 24 marzo è arrivata un po’ una doccia fredda per noi atleti perché comunque sono quattro anni che si lavorava per questo obiettivo. Però, data la situazione in tutto il mondo e soprattutto in Italia, ci è sembrata la scelta migliore. Anche solo riunire in un villaggio olimpico 8-10mila atleti, sarebbe stato troppo pericoloso».

Stefano avrebbe dovuto gareggiare nella specialità del Doppio Pesi Leggeri maschile in coppia con Pietro Ruta, dopo essersi aggiudicato per tre volte consecutive il titolo di vice campione del mondo. A fine novembre 2019, inoltre, era stato premiato come “Atleta dell’anno” proprio per la qualificazione alle Olimpiadi e per i risultati ottenuti nella stagione.

Anche per Stefano in questi mesi non è stato facile restare a casa, in Sardegna: «Alcuni dei miei amici sono a Oristano, ma la mia fidanzata vive a Como e di solito mi alleno tra Umbria e Lazio. Ero abituato a spostarmi frequentemente e senza problemi. La cosa positiva è che ho potuto trascorrere, per la prima volta in dieci anni, più di due settimane di seguito con la mia famiglia».

Il direttore tecnico prepara due allenamenti obbligatori alla settimana, alcuni dei quali si svolgono sul remoergometro.

Anche per quanto riguarda l’allenamento, la squadra di Canottaggio si è dovuta riorganizzare: «Siamo abituati a uscire su barche multiple 300 giorni all’anno, ma durante il lockdown siamo dovuti restare a casa. Per mantenere la competizione, utilizziamo un simulatore, il remoergometro, che riproduce il movimento che si effettua in acqua. Grazie a questo macchinario si possono confrontare in tempo reale i dati e le prestazioni di ciascuno».

L’altra difficoltà è stata quella di rimandare i propri progetti per il futuro: «Avevo pensato di prendermi un po’ di tempo dopo le Olimpiadi per decidere cosa fare, se continuare con lo sport o dedicarmi a qualcosa di completamente diverso. Adesso è tutto rimandato al 2021, anche se sicuramente inizierò a pensarci prima».

Riconoscimento importante è la maglia celebrativa del Cagliari Calcio, consegnatagli alla Sardegna Arena dal capitano Luca Ceppitelli, nel pre-partita di Cagliari Bologna lo scorso ottobre 2019

 

Federica Pellegrini, 32 anni, nuotatrice specializzata nello stile libero

Stefano non è l’unico atleta che ha dovuto cambiare i propri piani a causa del rinvio. Federica Pellegrini, che ha partecipato a ben quattro rassegne olimpiche (Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016), diventando una delle nuotatrici italiane più premiate di sempre, aveva annunciato il ritiro dopo Tokyo. In una diretta Instagram, ha commentato: «Devo nuotare un altro anno, non ci voglio credere!». «Penso sia la scelta migliore» ha però aggiunto «visto che tanti atleti non hanno la possibilità di allenarsi nelle proprie discipline, saremmo arrivati alle Olimpiadi senza essere davvero pronti. Ora si tratta di riorganizzarsi e prepararsi al meglio».

Anche Arianna Errigo, campionessa di scherma e vincitrice della medaglia d’oro nel fioretto a squadre ai giochi di Londra 2012, è d’accordo con il rinvio: «In un momento in cui tutto il mondo è in difficoltà e sta soffrendo, parlare di Olimpiadi sarebbe stato fuori luogo. È giusto che siano state rimandate perché sono un momento di condivisione e di gioia e questo non sarebbe stato il momento opportuno».

«Dovremo aspettare un anno in più, sarà una lunga attesa, che però le Olimpiadi meritano» è il commento di Elia Viviani, ciclista su strada che aveva portato a casa la medaglia d’oro nell’omnium dei giochi di Rio 2016. «Stiamo vivendo una situazione difficile in Italia e in tutto il mondo. Prima si devono sistemare le cose e poi potremo ripartire a pieni ritmi. È giusto che ora lo sport si fermi».

Il rinvio dei giochi ha stravolto i piani di allenamento e i progetti personali di tutto il mondo sportivo. Ma dato che si trattava dell’unica strada praticabile, non resta che spostare l’appuntamento al 2021, nella speranza che le prime olimpiadi disputate in anno dispari siano le più fortunate di sempre.

 

Eleonora Fraschini

Giornalista pubblicista e praticante, appassionata di fotografia, politica e ambiente. Nata sulle sponde del lago ma milanese nel cuore.

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