Grande passione per le stampanti 3D e voglia di rendersi utile. Sono queste le ragioni che hanno spinto Luca Tempestini, cuoco toscano di 31 anni, a fabbricare visiere protettive attraverso la stampa in 3D. Da qualche settimana, il suo garage si è trasformato in un vero e proprio laboratorio. Obiettivo: regalare dispositivi per aiutare il Sistema Sanitario Regionale a fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Da sei anni, Luca lavora in un hotel situato nel centro di Firenze. Dopo l’approvazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 marzo, il luogo in cui lavora è a regime essenziale e Luca, come tutti i suoi colleghi, è costretto a rimanere a casa. Così il tempo da dedicare agli hobby è aumentato. «Sono un po’ smanettone, nel tempo libero ho sempre costruito qualcosa», ammette Luca a MasterX, «non dico ingegnere o inventore ma molto più umile. Faccio figure, geometrie, vasi».
L’indole creativa che manifesta in cucina quando realizza un nuovo piatto, Luca ammette di averla trasferita in garage. «La stampante 3D è un insieme di informatica, meccanica ed elettronica – dice -, un paio di anni fa ne ho comprata una e ho iniziato a studiare come utilizzarla. Ma sono un autodidatta, cerco di arrangiarmi», ride dall’altro lato del telefono. Di fatto, per creare un oggetto in 3D il processo è lungo: ogni strato del disegno equivale a una riga scritta di programmazione. In altre parole, bastano 40 minuti per stampare una forma piccola, fino a cinque ore per oggetti più grandi.
Da qui, l’idea di sfruttare le potenzialità di questo strumento per aiutare gli altri. In attesa di tornare in cucina, Luca ha aperto un gruppo su Telegram per cercare makers in grado di creare un nuovo dispositivo di protezione efficace. «Quando ho stampato la prima visiera, l’ho indossata e ho fatto un selfie per mandarlo a mio padre – racconta -,è stato lui a inviare quella foto a dei medici che conosceva, mi ha preceduto». Dopo pochi giorni, il cuoco è stato contattato dalla direzione Sanitaria dell’ospedale Santo Stefano di Prato. «Mi hanno chiesto un video in cui mostravo come realizzavo le visiere. Adesso ne costruiamo 50 al giorno – spiega Luca -, è successo tutto molto velocemente».
Questi dispositivi stampati non hanno un filtro, piuttosto sono schermi protettivi che coprono fino al mento. Prima di essere distribuiti, vengono disinfettati. Poi, subiscono ulteriori processi di igienizzazione. «Della consegna e dei ritiri se ne sta occupando prevalentemente mio padre, ogni giorno fa almeno 200 chilometri», sottolinea.
L’ aumento esponenziale di persone desiderose di sostenere il cuoco, ha dato il via a una catena di solidarietà dalla quale sono nati 14 gruppi regionali. Quello della Toscana, coordinato da Luca, conta più di 40 volontari provenienti da: Prato, Firenze, Pistoia, Pisa, Montevarchi e Massa. «Tante persone volevano aiutarmi ad aiutare», ribadisce, «così ho pensato di aprire un crowdfunding per comprare il materiale». Il prezzo di una visiera completa non supera 1,50€ ma le richieste crescono giorno dopo giorno. Fino ad oggi, i pezzi distribuiti a ospedali, Rsa, Protezione civile e Polizia municipale sono oltre 700.
«La sera stacco il cervello, ma la stampante, no, quella resta sempre accesa» , ammette Luca. «Sapere che infermieri, medici e operatori socio-sanitari indossano le mie visiere mi emoziona».