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I biologi marini sono andati al settimo cielo alla scoperta di una nuova rarissima specie di mollusco, che ricercavano da oltre quarant’anni: si chiama Tremoctopus violaceus ed è a metà strada tra una seppia ed un polpo. Adesso potranno finalmente studiarne le caratteristiche dal punto di vista morfologico e genetico. L’esemplare è stato avvistato lungo il litorale di Torre Canne, frazione del comune di Fasano, in Puglia ed è stato ripreso con uno smartphone da alcuni cittadini curiosi. Altri due sono stati rinvenuti nelle acque che bagnano la Sardegna.
IL TREMOCTOPUS VIOLACEUS
Il Tremoctopus Violaceus ha una dimensione tra i 5 e i 10 centimetri ed ha un lungo corpo affusolato tipico di una seppia, ma anche i tentacoli del polpo. Si tratta di una delle quattro specie di Tremoctopus: le altre tre sono il t. gelatus, il t.gracilis ed il t. robsoni.
Sono stati sviluppati studi e articoli scientifici sul mollusco, grazie ad una collaborazione tra l’istituto Coispa Tecnologia e Ricerca – Stazione sperimentale per lo studio delle risorse del mare di Bari e l’università di Cagliari. «Questa specie era stata già segnalata negli anni Ottanta, – spiega Pierluigi Carbonara del Coispa e cofirmatario dello studio – esistevano foto di ritrovamenti a Ponza, ma senza studi specifici e ulteriori segnalazioni. È raro trovarli perché vivono in profondità. Presumibilmente si tratta di un cefalopode autoctono del Mediterraneo e non una specie aliena». Sono state individuate solo femmine perché i maschi sarebbero ancora più piccoli e utili solo alla riproduzione: infatti il mollusco ha un alto grado di dimorfismo sessuale.
Il terzo braccio destro nel maschio è chiamato hectocotylus e contiene un sacchetto pieno di sperma: quando il maschio è pronto ad accoppiarsi, il sacchetto si rompe e lo sperma viene rilasciato nel braccio, che viene tagliato e donato alla femmina. La femmina conserva il braccio nel suo mantello per usarlo quando è pronta a fecondare le sue uova.
Come meccanismo di difesa, oltre a spruzzare inchiostro, sono dotati di una membrana a forma di rete che gonfiano e srotolano come un mantello, aumentando così la loro dimensione reale ed illudendo i predatori: per questo motivo questi animali marini sono denominati dagli inglesi “blanket octopus”, cioè “polpo coperta”. Inoltre sono dotati di un manto che si stacca quando vengono attaccati.
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LA CITIZEN SCIENCE
Quello riscontrato dai passanti pugliesi nel riprendere in video il Tremoctopus violaceus è un esempio significativo di citizen science (o “scienza dei cittadini”), ossia quell’insieme di attività riguardanti il sapere scientifico a cui partecipano anche persone comuni. In quel caso i semplici cittadini, grazie al loro video, hanno supportato gli esperti nello scoprire e analizzare la nuova specie. Si può cercare e raccogliere informazioni, condividere dati e osservazioni, mettere a disposizione le proprie conoscenze e competenze. Ma anche lavorare online e processare enormi quantità di dati per classificare immagini.
Con questa espressione, secondo OpenScientist.org, si fa riferimento anche a “sviluppo di tecnologie, valutazione di fenomeni naturali, disseminazione delle stesse attività”. Da qui nasce il termine di citizen scientist, un volontario attivo nella raccolta e analisi di dati che fanno parte di una ricerca scientifica. Oggi questa pratica ha una grande valenza educativa: è infatti un potente strumento per gli studenti di acquisizione di competenze nel campo delle scienze e delle tecnologie.
Articolo di Giulia Zamponi