Dieci proposte per la condizione abitativa dei fuori sede in Lombardia

Diritto allo studio e alla Casa vanno di pari passo, ma in Lombardia la condizione abitativa a cui devono far fronte più di 98mila studenti fuori sede non è delle migliori.

Dove si trovano gli alloggi per il Diritto allo studio universitario

Secondo il dossier elaborato dall’Unione degli universitari e presentato da Cgil, Cisl e Uil Lombardia insieme ai sindacati degli inquilini Uniat, Sicet e Suniat, i posti letto negli alloggi pubblici per gli studenti sarebbero 8.758, distribuiti in tutta la Lombardia, di cui 6.340 solo a Milano, Sondrio, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Lecco, Vimodrone, Lodi, Monza per far fronte ai 66.381 universitari che si trasferiscono. Il resto degli alloggi Dsu sono così suddivisi: 157 a Bergamo e Dalmine per i 7300 studenti fuori sede dell’anno accademico 2019/2020; 423 tra Brescia e Mantova per 3400 universitari fuori sede; 24 per Castellanza a fronte dei 900 fuori sede; 305 per i 4700 di Como, Varese e Busto Arsizio; 1509 tra Lodi, Pavia e Cremona, per i 12.500 dell’a.c. 2019/2020.

Il contributo della Regione

La regione Lombardia, per far fronte alla richiesta di alloggio universitario per i richiedenti mette a disposizione 24,2 milioni di euro: 23,2 milioni del contributo in conto gestione, e un milione invece è stato aggiunto dal 2020 come contributo per i collegi dell’università di Pavia e della cattolica di Milano. Ma questo investimento risulta insufficiente per far fronte alla richiesta. Negli ultimi dieci anni la Lombardia ha visto un incremento di solo il 20% dei posti letto Dsu, passando da 7.301 a 8.758. Attualmente sono in costruzione ben 8 nuovi progetti tutti nell’hinterland milanese, per cui è previsto un aumento di 1.431 posti pubblici.

I privati

Più di 9 studenti su 10 si rivolgono quindi ai privati per trovare un alloggio. Il prezzo dell’affitto in Lombardia pesa sulle spese totali degli universitari del 36% in Lombardia, 46% nella città di Milano. Le differenze tra le varie città lombarde non sono da sottovalutare, soprattutto perché il costo della borsa di studio, a cui accede solo il 10,1 % degli iscritti, solo 23,971 studenti, nella regione è fissato a 3.115 euro. Differenze da tenere d’occhio, se si considera che a Milano si paga 579 euro per una stanza singola e 345 euro per una doppia, mentre a Pavia il costo medio di una singola rimane sotto i 300 euro. Nonostante esista la possibilità di applicare un canone concordato per gli studenti, questo viene applicato in poco meno del 4% dei casi.

Le proposte 

Sono dieci i punti del piano sviluppato dall’Unione degli universitari che è
rivolto in primis alla Regione Lombardia, ma anche a tutti i soggetti politici,
istituzionali e rappresentativi interessati.

Si va da una programmazione degli Interventi per il Diritto allo studio, a un monitoraggio dei risultati raggiunti in tema di residenzialità universitaria pubblica (anche in rapporto ad altri territori dell’Italia e dell’Unione Europea), alla creazione di
pochi enti dedicati al Dsu, con l’intenzione di
semplificarne il modello gestionale. Sarà poi importante rafforzare le politiche
regionali di coordinamento del Dsu, istituendo un Ente apposito
tramite il potenziamento delle competenze del Comitato Regionale.

Altri focus riguardano la modifica dei criteri di merito, per allargare il numero degli aventi diritto alla borsa di studio e di conseguenza all’alloggio universitario, l’utilizzo
del recovery fund grazie al co-finanziamento regionale e investimenti dalla
Regione per migliorare le residenze che non devono venire intese solamente
come dei dormitori, bensì come luoghi sociali e culturali.

Gli ultimi punti comprendono aiuti agli studenti fuori sede (Regione Lombardia dovrebbe
istituire a questo scopo un fondo annuale da 12 milioni di euro per sostenere
circa 15.000 studenti), un osservatorio regionale sulla condizione abitativa degli
studenti, come luogo d’analisi e indagine delle tipologie contrattuali. Infine,
l’ultima proposta è il dialogo con il Governo: le università lombarde sono
quelle con il maggior numero di studenti fuori sede e quindi c’è un maggiore
fabbisogno di posti letto. La richiesta è che la Regione Lombardia sfrutti anche
la Conferenza Stato-Regioni, sollecitando un incremento del fondo nazionale
affitti per gli studenti universitari, per superare gli attuali 15 milioni.

Chiara Zennaro

Sono laureata in Lingua e Letteratura russa e inglese. Ho conseguito uno stage presso la redazione milanese de Il Giorno, e sono tuttora una collaboratrice. Twitter: @zennaro_chiara

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