Salvatore Meloni: vita e morte di un uomo libero
La vicenda Cospito è l’argomento principale in Italia da settimane. Solo Sanremo è riuscito a spodestare dalla bocca di tutti l’anarchico e le sue problematiche legate al 41-bis. Lo sciopero della fame attuato da Cospito è però solo l’ultimo di una lunga serie di proteste che hanno interessato il nostro Paese. Tra queste, forse la più curiosa riguarda quella di Salvatore “Doddore” Meloni. L’ultimo italiano morto in carcere per sciopero della fame, quasi sei anni fa.
Era il 6 luglio 2017 quando un prigioniero politico, Salvatore Meloni, conosciuto come Doddore, moriva in carcere a Cagliari dopo quasi due mesi di sciopero della fame cominciato durante la sua detenzione. Alla fine di giugno era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Le istituzioni carcerarie erano state messe al corrente dall’avvocato di Salvatore Meloni delle precarie condizioni di salute del detenuto.
Trasferito in ospedale troppo tardi, dopo due giorni di coma è morto. Salvatore Meloni aveva 74 anni, era un militante indipendentista. Fu infatti arrestato il 28 aprile 2017, dichiarandosi “detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati anche dallo Stato italiano”. Di professione autotrasportatore, Meloni inizia la carriera politica negli anni Settanta come consigliere comunale del Movimento Sociale Italiano di Terralba. In seguito entra a far parte del Partito Sardo d’Azione, diventando tra i promotori della mozione che il 6 dicembre 1981 al XX congresso del partito inserì la parola “indipendenza” in luogo di “autonomia statuale”, senza più nessun riferimento allo stato italiano.
La repubblica di Malu Entu
Negli anni ottanta Meloni era stato già arrestato per un presunto progetto separatista della Sardegna che gli era costato nove anni di carcere. L’indipendentista sardo fu accusato di aver compiuto un attentato alla sede di Cagliari della Tirrenia, dopo che in casa gli avevano trovato dell’esplosivo. L’inchiesta giudiziaria venne aperta quando un giovane militare di leva originario di Pabillonis, Felice Serpi, fu fermato all’uscita del comando militare della Sardegna al centro di Cagliari con una busta di plastica contenente del tritolo.
Doddore finì poi a processo con altri 27 imputati accusati di aver eseguito un attentato dinamitardo alla sede cagliaritana della Tirrenia e di un traliccio dell’Enel e di voler inoltre cercare di portare avanti il complotto separatista attraverso alcuni atti terroristici.
Accanto all’attività clandestina c’erano poi dei piani per la propaganda pubblica. Tra questi l’occupazione dell’isolotto di Malu Entu dove l’esercito separatista intendeva costituire la Repubblica indipendente della Sardegna. In pratica, un’Isola delle Rose in salsa sarda.
In seguito all’arresto, Meloni iniziò una serie di scioperi della fame per protestare, fondando il Partidu sardu pro s’indipendentzia (PARIS) con cui partecipa alle elezioni regionali del 1984. Proprio nell’ottobre di quell’anno Meloni viene condannato a nove anni di carcere, con revoca del diritto di voto e interdizione perpetua ai pubblici uffici: l’accusa è di cospirazione politica e associazione sovversiva contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato. Meloni è l’unico italiano mai condannato per questo reato. Dopo aver scontato l’intera condanna, l’indipendentista ritorna all’attività di autotrasportatore abbandonando temporaneamente la politica attiva.
L’indipendentismo sardo di Meloni
Nel 2008 Meloni è tornato all’attenzione nazionale con la proclamazione della repubblica di Malu Entu e la richiesta di riconoscimento del nuovo stato all’ONU. Meloni dichiarò di risiedere sull’isolotto dal lontano 1974, e quindi di poter richiedere l’usucapione dei terreni. Nel gennaio del 2009, dopo 5 mesi dalla data di autoproclamazione della repubblica, un blitz del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e della Capitaneria di Porto sgomberò gli indipendentisti capeggiati da Meloni.
Doddore Meloni aveva in cella la biografia di Bobby Sands, il militante dell’IRA irlandese che nel 1981, insieme ad altri prigionieri politici, si è lasciato morire di fame e di sete nel carcere di Maze dopo 66 giorni di digiuno. Doddore Meloni aveva annunciato l’intenzione di fare lo stesso e lo Stato lo ha lasciato morire con lo sciopero della fame dopo 69 giorni, tre più di Bobby Sands, quaranta in meno di Alfredo Cospito.