«Questa censura preventiva, decisa senza alcun contraddittorio, è un grave e palese attacco alla libertà di stampa» (traduzione del redattore). È una lettera di condanna e di denuncia totale quella pubblicata da Le Monde contro un’ordinanza del tribunale giudiziario di Parigi che ha impedito alla rivista investigativa online Mediapart di pubblicare un’inchiesta su un caso di politica locale, poi salito agli onori della cronaca nazionale. Il documento porta la firma di 36 collettivi e società di giornalisti, facenti capo a diverse testate, tra cui Libération, France 24 e Le Figaro.
RICATTI CON VIDEO HARD: LA POLITICA SPREGIUDICATA DEL SINDACO DI SAINT-ETIENNE
L’inchiesta era partita lo scorso agosto. Mediapart aveva pubblicato la registrazione di una confessione di un membro del Consiglio comunale di Saint-Etienne (comune di circa 175.000 abitanti vicino Lione) su alcuni eventi accaduti nel 2017. Questi sosteneva di aver fatto filmare, per ricattarlo, un altro membro dello stesso organo mentre era in un hotel con un escort. Il tutto, come da testimonianza, su richiesta del sindaco del paese, Gaël Perdriau, e usando fondi pubblici come pagamento. A seguito dell’inchiesta e delle successive indagini della Procura di Lione, un terremoto politico ha investito il paese. L’autore del ricatto è stato costretto a dimettersi, mentre il sindaco ne è uscito molto indebolito, sebbene sia ancora in carica.
In questi giorni, Mediapart, basandosi sulle stesse registrazioni che le permisero di svelare lo scandalo all’interno del comune di Saint-Etienne e aggiungendone di nuove, era pronta a pubblicare altre rivelazioni sul sindaco Perdriau e sul suo discutibile modus operandi in politica. Questa volta bersaglio dello pseudo “metodo Boffo” in salsa francese sarebbe stato il presidente della regione Alvernia-Rodano-Alpi, Laurent Wauquiez. Il 18 novembre, pochi giorni dopo che il giornalista incaricato dell’inchiesta aveva contattato Perdriau per raccogliere un commento sui nuovi fatti, è arrivato però l’alt da parte del tribunale giudiziario di Parigi. Il sindaco di Saint-Etienne aveva infatti denunciato come un’invasione della sua privacy la pubblicazione dell’articolo. L’ordinanza del tribunale ha vietato a Mediapart di diffondere su qualsiasi supporto (elettronico, cartaceo o altro) nuove rivelazioni sull’agire politico di Perdriau, pena «una multa di 10.000€ per ogni estratto pubblicato».
LE DENUNCE DI CENSURA
Explications en vidéo sur la censure préalable d’une enquête de @Mediapart, une attaque sans précédent de mémoire de juriste et de journaliste contre la liberté de la presse.pic.twitter.com/4M8t3bJY52
— Edwy Plenel (@edwyplenel) November 21, 2022
Il 21 novembre, il direttore della rivista, Edwy Plenel, in un lungo video su Twitter ha denunciato che questa censura rappresenta un ritorno alle pratiche dell’Ancien Régime ed ha sottolineato l’eccezionalità di una decisione del genere «mai vista nella storia della stampa e non annoverata nella memoria di giornalisti e giuristi». Il giorno successivo è arrivata la lettera di sostegno pubblicata su Le Monde, nella quale, allo stesso modo, si evidenzia come «dalla legge del 29 luglio 1881, che ha sancito il diritto all’informazione e alla libertà di espressione in Francia, non ci risulta che una procedura di questo tipo sia stata utilizzata in precedenza per censurare un media».