Parigi. L’attrice Emmanuelle Debever ha scelto di porre fine alla sua vita lanciandosi da un ponte della Senna. È accaduto il 7 Dicembre, ma la notizia è arrivata dalla Francia soltanto oggi. Emmanuelle Debever, fervida sostenitrice del movimento MeToo, nel 2019 aveva denunciato pubblicamente il gigante del cinema francese, l’attore e produttore Gerard Depardieu, oggi 74 anni, per molestie sessuali.
Per farlo, ha scelto un post su Facebook, in cui ha descritto una scena che potrebbe benissimo essere uscita da una brutta favola nera. Tutto è avvenuto durante le riprese del film in costume del 1983, Danton, quando Debever è ancora agli esordi della sua carriera.
Con poche caustiche parole, l’attrice descrive l’abuso subito da Dapardieu: << Il mostro sacro si è permesso molte cose durante le riprese… approfittando dell’intimità di una carrozza.>>. La mano dell’attore, definita da Debever grossa zampa, che scivola sotto le sottovesti dell’attrice. E le subitanee “rassicurazioni”: << l’orco >> diceva di farlo per << farmi sentire meglio >>. Debever, dichiara, non ha permesso che Depardieu facesse altro.
Un anno prima, ad Agosto 2018, era stata l’attrice Charlotte Arnaud ad aver denunciato Depardieu, accusandolo di due assalti sessuali, il 7 e il 13 agosto. Il caso è ancora aperto ma ha spianato la strada ad altre denunce.
Dopo Arnaud e Debever, infatti, altre 15 attrici hanno deciso di rompere il silenzio, denunciando le molestie subite dall’attore. A dar voce alle donne, è stato il sito francese Mediapart, ad Aprile e Luglio 2023, seguito da un’inchiesta del quotidiano Le Monde che pure ha riportato le testimonianze di altre collaboratrici dell’attore. Non solo attrici, il ventaglio delle vittime si estende tra truccatrici e altre tecniche della settima arte: le donne riferiscono di << mani nelle mutandine >>, << sul sedere >>, << all’inguine>> e << continui commenti osceni e allusioni sessuali >>.
IL DOCUMENTARIO CHOC: “UN MANIACO SESSUALE E UN PREDATORE”
La chute de l’ogre (la caduta dell’orco). È questo il titolo del documentario girato nel 2018 in occasione di una visita di Depardieu in Corea del Nord.
Grugniti, equivoci, l’ossessione per il sesso: il ritratto che il documentario-verità ci restituisce del gigante (sicuramente grande, tutt’altro che buono) del cinema francese è sconcertante. Si è davanti ad immagini, spiegano gli autori, che per la prima volta mostrano la differenza tra l’immagine pubblica dell’attore e il modo in cui si comporta realmente con le donne. << Senza alcun ritegno, vediamo e sentiamo Depardieu fare commenti sessuali degradanti come lui >>. La sequenza definita << più insopportabile e ripugnante >> è quella girata in un maneggio, in cui Depardieu sessualizza una bambina di dieci anni che sta andando a cavallo. Quello che desta più sconcerto, però, è la minimizzazione da parte degli avvocati. Secondo loro non sono riscontrabili elementi caratterizzanti una molestia sessuale, relegando le violenze a meri commenti molto spiacevoli.
A rendere tutto ancora più amaro, è una triste coincidenza. La Chute de l’ogre è andato in onda su France 2, durante un programma inchieste, proprio il 7 Dicembre, giorno in cui Emmanuelle Debever ha scelto di togliersi la vita.
TESTIMONIANZE E OMERTÀ
<< Tutti quelli che hanno lavorato con Depardieu sanno che aggredisce le donne >>, ha dichiarato Anouk Grinberg durante un’intervista ad Elle, ad Ottobre.
<< È troppo disgustoso per me, non è nei miei valori, è terribile >>, ha confidato il regista Fabien Onteniente, che ha deciso di interrompere le sue collaborazioni con Depardieu.
<< Non è possibile chiudere un occhio, nemmeno per una causa artistica, davanti a questo tipo di comportamento che per me è inaccettabile >>.
<< Il tuo nome è Gérard Depardieu. Sei accusato di stupro e violenza sessuale. […] Sei disgustoso, ma la cosa peggiore è che i francesi sono ancora dalla tua parte >>, sono invece le parole della regista Andréa Bescond. Impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne e la cultura dello stupro, la regista ha puntato il dito contro l’omertà del settore cinematografico: << Ora sappiamo benissimo che Depardieu è così,>> ha testimoniato Bescond durante un’intervista a Le HuffPost, << un’omertà che dura da decenni nel mondo del cinema francese >>. La regista ha inoltre invitato i servizi pubblici ad agire, evidenziando che si tratta, ancora una volta, di una politica nazionale da attivare al più presto.
L’ATTORE E LA BESTIA
Troppo bella per te, Danton, Novecento, L’ultimo metrò, Cyrano de Bergerac. La filmografia di Gerard Depardieu è tanto enorme quanto la sua ormai decadente figura. È innegabile che l’attore abbia regalato al pubblico d’oltralpe, e internazionale, film dall’indiscutibile valore artistico. Difficili da dimenticare, per gli appassionati. Ma per quanto Depardieu continui a negare le molestie di cui è accusato, ancora più difficile è dividere l’attore dalla “bestia”. « Mai nel modo più assoluto ho abusato di una donna », ha dichiarato, lamentando quello che secondo lui è un insistente linciaggio mediatico.
Ma quello di Depardieu, purtroppo, non è più solo un fenomeno sociale utile alla stampa scandalistica, bensì una vera e onerosa presa di coscienza dell’industria cinematografica. E non solo.