Il vento che gonfia le vele della nave più bella del mondo porterà il Tricolore attraverso gli oceani. Con l’avvicinarsi della nuova campagna addestrativa dell’Amerigo Vespucci, che nell’estate 2023 ha lasciato il Mediterraneo per un tour globale della durata di due anni, il Ministero della Difesa e la Marina Militare hanno lanciato, lo scorso 24 giugno, il progetto “Villaggio Italia”. Una mini esposizione universale che dovrà mostrare quanto di meglio l’Italia ha da offrire, e che sorgerà di tappa in tappa, in tutti i porti che il veliero toccherà nel 2024 e 2025. Prima fermata: Los Angeles, Stati Uniti, dove la nave scuola sosterà dal 3 all’8 luglio.
Tra diplomazia e addestramento
Padiglioni, eventi, grandi personalità accompagneranno la nave nella seconda parte del suo giro del mondo, iniziata idealmente lo scorso aprile con il passaggio (per la prima volta) di Capo Horn, la punta meridionale dell’America del Sud. Ma questa iniziativa, che il compianto generale Claudio Graziano avrebbe definito “massima espressione di naval diplomacy”, non intaccherà la normale vita operativa a bordo.
A Los Angeles la raggiungeranno gli oltre cento allievi ufficiali del primo anno dell’Accademia Navale di Livorno, che riceveranno così il battesimo del mare. Per loro sarà una campagna addestrativa forse più dura del solito, segnata dalla complessa traversata di un oceano le cui acque, nonostante il nome, sono sempre assai poco pacifiche. Saranno costretti a bordo per settimane, in balia delle onde e dei venti.
Il mare nella sua forma più pura
Ma la verità è che le giornate sul Vespucci hanno un che di magico. La routine sfiancante, gli allenamenti, la cura dei locali comuni si intervallano con momenti davvero indimenticabili. I tramonti visti dal cassero, con il sole arancione visto attraverso il sartiame, non hanno prezzo e non si possono descrivere a chi non li ha assaporati. Lo spirito di squadra che subentra durante le manovre, con corse sfrenate attraverso il ponte in legno per issare le vele di bompresso, e lunghe marce in cerchio per assicurare le cime di ormeggio agli argani, trasforma in famiglia anche il gruppo di sconosciuti più eterogeneo.
Italia galleggiante
Una ventata d’Italia nel mondo, dunque. Non è un caso che l’attesa, nei porti di scalo del Vespucci, sia sempre spasmodica e le file di visitatori chilometriche. Quando gli statunitensi, nel 1962, incontrando il veliero in mare lo definirono «la nave più bella del mondo», non crearono una fama sopravvissuta fino a oggi. Si limitarono piuttosto a trasferire a quella sagoma di freddo metallo la sua anima vera, quella degli uomini che vi navigavano. Un’anima così forte da rendere italiano qualunque vento gonfi le vele: in ogni luogo del mondo, mentre si sale sulle coffe a 20 metri dal blu del mare, arrampicandosi nel vuoto su solide cime di canapa, si respira sempre aria di casa.