Il 21 gennaio si è celebrata la giornata mondiale della neve, ma oggi a causa del riscaldamento climatico questa risorsa rischia di scomparire.
La giornata mondiale della neve è stata voluta dalla Fis – Federazione internazionale sci e snowboard – per avvicinare i più giovani alle attività sportive in montagna. In occasione di questa ricorrenza, gli operatori del settore sono invitati a organizzare promozioni con sconti sugli skipass o sui noleggi.
Tuttavia, se in molti speravano di trascorrere una giornata in montagna risparmiando sui costi, si sbagliavano. Molti impianti in tutta Italia, da Madonna di Campiglio a Roccaraso, non hanno preso parte all’iniziativa. Ci risulta infatti che i prezzi giornalieri non abbiano subito alcun ribasso. Il motivo di questa scelta deriva probabilmente dalla forte crisi che attraversa il settore. Si passa sempre più spesso da nevicate abbondanti a lunghi periodi in cui la neve è assente, costringendo gli impianti a chiudere le piste.
Poca neve e impianti chiusi
«Nonostante i nostri sforzi costanti, la recente nevicata è stata praticamente nulla. Con grande rammarico, vi comunichiamo la difficile decisione di chiudere temporaneamente le piste», si legge nel comunicato degli impianti di Lorica, in provincia di Cosenza. Nessun weekend imbiancato, dunque, per gli amanti degli sci in Calabria, dove la neve continua a farsi attendere.
Gli impianti della Sila, infatti, sono tra quelli che risentono più della crisi. Alcuni giornali locali titolano “Neve a rischio estinzione”. In molte zone, infatti, dove un tempo la neve era una presenza costante da fine novembre e maggio, la sua assenza, proprio nel periodo invernale, rappresenta una preoccupazione sempre maggiore. Non solo per gli amanti degli sport invernali, ma anche per gli ecosistemi di montagna e per le popolazioni locali che dipendono dal turismo legato alla neve.
Lo studio scientifico
Secondo uno studio di Nature, condotto da due ricercatori del Dartmouth College di Hanover, il manto nevoso dell’emisfero settentrionale ha subito un drastico assottigliamento. Analizzare il manto, significa esaminare la profondità e la quantità della neve. E la ricerca sottolinea come questi i dati raccolti su questi elementi siano in grave calo. In particolare sono stati osservati 169 bacini fluviali, tradizionalmente carichi di neve nei mesi di marzo negli anni che vanno dal 1981 al 2020.
Marzo è infatti il mese in cui il manto dovrebbe essere al suo picco annuale. Tuttavia, in almeno 70 di questi bacini, dal Danubio in Europa al Salt Lake negli Stati Uniti, si è riscontrata una diminuzione del manto. Questo accade perché, sempre secondo la ricerca, si supera la temperatura di “non ritorno” di -8°C. Guardando all’Italia, il monitoraggio ambientale della CIMA Research Foundation, rileva il 69% in meno di neve sulle Alpi.
Le conseguenze del riscaldamento globale
A causa del riscaldamento globale, negli ultimi 25 anni, i ghiacciai europei hanno perso un volume di circa 960 miliardi di metri cubi. Soltanto nelle alpi, nel 2022, i metri cubi di ghiaccio sciolti sono stati 5 miliardi.
Per questo motivo, molti impianti hanno dovuto trovare una soluzione per limitare i danni. Il report Nevediversa di Legambiete evidenzia come il 90% delle piste italiane ricorre all’innevamento artificiale. Si tratta, però, di un processo costoso ed energivoro che, anzi, contribuisce al riscaldamento globale. L’acqua viene “sparata” sottoforma di piccolissime gocce che a contatto con l’aria si trasformano quasi istantaneamente in cristalli di neve.
Il consumo idrico del processo, però, ha un forte impatto ambientale, che aumenta anche quando l’acqua, non disponibile in alta quota, deve essere pompata per grandi dislivelli. Oltre ai problemi ambientali, la produzione della neve artificiale comporta ovviamente un aumento dei costi. Si tratta, dunque, di un circolo vizioso che ci riporta al principio di questa analisi. Ovvero alla decisione di molti impianti che scelgono di non organizzare promozioni ad hoc, per una giornata che ormai ha un’altra funzione: far riflettere.
A cura di Cosimo Mazzotta