Gig Economy: cos’è e perché vale 700mila posti di lavoro

La gig economy spiegata nella conferenza gig up

La Gig Economy è il nuovo fenomeno socio-economico che sta investendo l’Italia e il resto del mondo. Ma di cosa si tratta?

Con Gig Economy intendiamo un modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale o temporaneo. Ad esempio l’assunzione di personale freelance in affiancamento ai dipendenti a tempo pieno. Un modello professionale che risponde alle esigenze di un mercato che deve essere sempre più flessibile e digitalizzato.

Il 20 febbraio 2024 si è tenuto all’Università IULM il convegno Gig Up: il futuro del lavoro, il lavoro del futuro. Il progetto, finanziato dall’Unione europea e coordinato dalla professoressa Emma Zavarrone, analizza dal 2022 l’evoluzione e l’andamento statistico della Gig Economy nel nostro contesto lavorativo.

Un fenomeno che – stando al rapporto 2022 L’innovazione dell’INPS per il rilancio del Paeseinteressa ormai 700mila italiani ed è ancora in forte crescita. 

La conferenza in IULM Gig Up; al centro, Emma Zavarrone, coordinatrice del progetto; a destra, Giorgia Palazzo, fondatrice di Myndo
I numeri della Gig Economy

Secondo una indagine campionata su 801 Gig workers4 lavoratori su 10 svolgono queste mansioni occasionali come integrazione della loro fonte di reddito primaria. Quasi il 20% degli intervistati, invece, li svolge come fonte di reddito primaria ma preferirebbe un lavoro tradizionale.

E c’è anche il discorso sull’intelligenza artificiale e su come cambierà questo modello lavorativo. «Quello che notiamo – ha sottolineato Zavarrone – è che indipendentemente dalla forma di contratto scelta, un livello di istruzione più elevato porta all’apertura e alla maggiore confidenza nell’introduzione dell’intelligenza artificiale. Questo rispetto alla forma di paura, di timore, di repressione nelle persone che hanno un livello di istruzione meno elevato».

E sempre più persone sono portate a scegliere queste tipologie lavorative. «Pur esasperando un po’ – afferma Giorgia Palazzo, fondatrice di Myndo, azienda che opera nel campo della Gig Economy – certe volte lavorare per Deliveroo è sicuramente meglio e ti dà più tempo libero e maggiore possibilità di vivere, rispetto a stare in un’azienda e rinchiuderti dalla mattina alla sera e non sapere più che faccia abbia tuo figlio».

Anche per questo circa un intervistato su due considera positiva la Gig Economy. Una statistica nettamente diversa rispetto a un decennio fa, quando l’obiettivo di ogni lavoratore era il posto fisso.

Il gender Gap della Gig Economy

«La differenza di genere rimane anche durante i momenti di trasformazione del lavoro, tutto cambia affinché nulla cambi», ha dichiarato Emma Zavarrone. Il dato, in effetti, va proprio in questa direzione.

Secondo l’indagine di Gig Up, il 58% delle donne trovano lavoro tramite la piattaforma Airbnb nel settore dei servizi di pulizia. Mentre sono per il 66% gli uomini che, grazie a Deliveroo, trovano un’occupazione come rider.

.I riders di Deliveroo, una delle piattaforme leader nel settore della Gig Economy
Il progetto Gig Up

Il termine “gig” si è originato all’inizio del XX secolo per indicare incarichi brevi e specifici di musicisti jazz. Dal 2009, l’espressione “gig economy” descrive la tendenza crescente verso impieghi a breve termine o progetti indipendenti, contrapposti agli impieghi stabili a lungo termine, diventando un elemento importante dell’economia mondiale.

Il progetto GIG Up, guidato dalla Technische Universität Berlin con il supporto dell’Università IULM, punta a sviluppare l’imprenditorialità e le competenze professionali tra i giovani che non hanno terminato gli studi universitari ma lavorano come gig workers.

I lavoratori si distinguono per i loro contratti lavorativi non convenzionali, che possono variare per durata o modalità di esecuzione, spesso lasciandoli impreparati per le sfide che devono affrontare nelle loro mansioni.

Per affrontare queste sfide, il progetto Gig Up offre un programma formativo che include micro-corsi su alfabetizzazione statistica e digital marketing, mirati a migliorare le competenze e le capacità necessarie per avere successo e maggiore occupabilità nella gig economy.

 

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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