Genova, scoperta rete di prostituzione in centri massaggi cinesi

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C’erano annunci espliciti sui siti web per indicare i tipi di servizi offerti: “Porn star experience” era uno dei più sobri. C’erano le foto di una decina di ragazze tra cui poter scegliere, tutte chiamate con nomi italiani, ma di nazionalità cinese. C’erano persino le recensioni dei clienti, che si confrontavano tra loro sulle prestazioni sessuali acquistate. E poi il numero di telefono dell’attività per avere eventualmente ulteriori informazioni.

Sarebbe bastato questo, quantomeno, per notare che in due centri massaggi cinesi nella zona di Albaro, a Genova, si offrivano prestazioni di ben altro tipo. Eppure, come tutti i centri di questo tipo già scoperti in passato, per tanto tempo anche questi due locali sono rimasti nascosti dietro un alone di sospetto misto a scetticismo. Quella dei centri massaggi in cui le donne vengono sfruttate sessualmente non è però una leggenda metropolitana. Questo è solo l’ultimo caso che lo dimostra.

L’indagine della procura

L’indagine è partita proprio dalla scoperta degli annunci pubblicati online. L’ipotesi della procura, che il 6 luglio ha posto sotto sequestro i due locali, è che dietro ci fosse una rete di sfruttamento della prostituzione. Sono stati fermati due donne e un uomo, tutti di nazionalità asiatica. Una coppia era responsabile dell’intera attività, mentre una donna di 44 anni rispondeva al telefono. «Siamo in due, possiamo fare un’orgia?», la richiesta di un cliente intercettato. Un altro, invece, si informava su quali fossero le ragazze disponibili quella sera e la donna al centralino illustrava il “prezziario”, spiegava i servizi offerti, prendeva gli appuntamenti. Tanti appuntamenti. Secondo le prime stime, ai gestori il giro di prostituzione fruttava un guadagno mensile compreso tra 100.000 e 120.000 euro. Una parte veniva poi trasferita in Cina attraverso un intermediario con sede a Milano.

Oltre alle intercettazioni, è bastato controllare le visure per confermare il tipo di business. Uno dei centri era registrato come “attività per il benessere fisico, tramite massaggi non estetici e non terapeutici”. A esplicitare l’esistenza del giro di prostituzione è stato, infine, un cliente bloccato dalle forze dell’ordine mentre lasciava uno dei locali.

Una nuova forma di schiavitù

Secondo l’associazione Amici di Lazzaro, che offre assistenza alle donne costrette a prostituirsi, un incontro sessuale in un appartamento o in un centro massaggi può costare tra i 30 e i 50 euro. Le donne cinesi che vengono portate in Italia per essere sfruttate sessualmente sono a tutti gli effetti delle schiave.

L’unica legge che si occupa di prostituzione in Italia è la Merlin, che nel 1958 ha stabilito la chiusura delle case di tolleranza e reso illegale non la prostituzione in sé, ma molti aspetti connessi, come appunto lo sfruttamento o l’adescamento.

Da allora, il mercato sommerso del sesso ha continuato a crescere: per il Codacons registra un fatturato annuo che sfiora i 4 miliardi di euro, con circa 90 mila lavoratori e 3 milioni di clienti. Come hanno dimostrato numerose inchieste giudiziarie, si tratta di un giro d’affari che attira le attenzioni della criminalità organizzata. Nascosta dietro la proprietà di un centro massaggi spesso c’è la mafia, persino quella cinese.

La sperimentazione di una città svedese

Si può fare qualcosa per convincere le ragazze sfruttate a denunciare? Ci sta provando per esempio Malmö, città svedese in cui l’80% di saloni thailandesi offre servizi sessuali. Piuttosto che far chiudere i centri massaggi, una volta messi in carcere gli sfruttatori, si trasformano le attività in luoghi in cui le competenze possono essere certificate. Le donne diventano titolari di sé stesse. Un modo per incentivare le vittime a denunciare e restituire loro la libertà.

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

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