Grandi cambiamenti all’interno della tv di Stato. L’ultimo in ordine di tempo riguarda Bianca Berlinguer, che dopo oltre trent’anni lascia la Rai per trasferirsi a Mediaset. La sua uscita si aggiunge a quelle di Fabio Fazio (e Luciana Litizzetto), Lucia Annunziata e tante altre. Un terremoto che potrebbe rivoluzionare i nuovi palinsesti del servizio pubblico.
Il caso Berlinguer
Nuova avventura per Bianca Berlinguer. Dopo 34 anni di lavoro nella tv di Stato, «svolti sempre in piena autonomia», la conduttrice del talk show “Cartabianca” passa a Mediaset, dove prenderà il posto di Barbara Palombelli a “Stasera Italia” su Rete 4. Giornalista ed ex direttrice del Tg3, la figlia dello storico leader del Pci Enrico Berlinguer ha ringraziato l’azienda con una lettera all’amministratore delegato. Dal 2016 conduceva su Rai3 il programma “Cartabianca”, non previsto nel palinsesto del prossimo anno.
Gli altri addii
Il primo ad annunciare il cambio di casacca era stato Fabio Fazio. Dopo quasi 40 anni dentro la Rai, a metà maggio lo storico conduttore di “Che tempo che fa” aveva comunicato il proprio addio. «Non si può essere adatti a tutte le stagioni», così insieme a Luciana Litizzetto ha accettato l’offerta di Discovery.
Dieci giorni più tardi erano arrivate le dimissioni di Lucia Annunziata. La conduttrice di “Mezz’ora in più” (in onda da 18 anni) aveva spiegato di non condividere «nulla dell’operato del governo».
La rivoluzione in casa Rai ha poi colpito Massimo Gramellini. Il giornalista ha infatti deciso di lasciare il programma “Le Parole” per trasferirsi probabilmente a La7.
Fuori dal palinsesto anche Maurizio Mannoni. Il volto di “Linea Notte” ha salutato il pubblico al termine dell’ultima puntata, dicendo che «quello che verrà si vedrà».
In ambito radiofonico, Marianna Aprile e Luca Bottura si sono visti cancellare «senza nessun preavviso» il loro programma “Forrest” su Radio1.
Nuova linea editoriale
Tutti questi addii sono il risultato del nuovo assetto politico. L’influenza del governo si riversa infatti anche sulla linea editoriale della tv di Stato. Con il cambio ai vertici della Rai – e le scelte fatte dall’amministratore delegato Roberto Sergio – appare evidente una virata a destra, con l’obiettivo di ricalibrare l’offerta culturale. «Nella Rai di Giorgia Meloni non c’è posto per il pluralismo» le accuse mosse dai partiti di opposizione, mentre Fratelli d’Italia aveva parlato di ripartenza dopo «anni di immobilismo».
L’offerta della prossima stagione sarà presentata ufficialmente venerdì 7 luglio. Sergio ha garantito che «sarà assicurato l’impegno da parte dell’azienda a tutelare la grande tradizione del servizio pubblico nel campo del giornalismo di inchiesta».