«Un proiettile mi ha colpito sotto il braccio sinistro, mi sono salvato per 10cm». Così Michel Arlian ricorda il giorno in cui ha rischiato di morire durante un assalto nazifascista a Etroubles, un piccolo comune nella valle del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta. Arlian è il più giovane partigiano della regione più piccola d’Italia. È entrato nella 13ª Banda Emile Chanoux a soli 13 anni. «A quell’età ero un po’ incosciente, non avevo capito che si poteva morire», ammette il 93enne di Quart.
Un passo dalla morte
A Etroubles, Arlian si è salvato per un colpo di fortuna. «I fascisti ci hanno attaccati con una mitragliatrice da 25 mm – ricorda – I più addestrati sono fuggiti verso Saint-Oyen, mentre i meno esperti di guerra come me sono usciti dal portone principale e siamo stati bersagliati da raffiche di mitra».
La situazione peggiora in fretta. «Io e il mio compagno Tonino siamo riusciti a nasconderci in un ruscello. A un certo punto ho visto che a 80 centimetri dalla riva le zolle saltavano. Pochi secondi dopo ho spinto il mio amico Tonino per scappare, ma lui non si muoveva più. L’indomani mattina sono tornato sul posto e ho visto che un proiettile lo aveva centrato in testa, era morto sul colpo. In quel momento mi sono reso conto che avrei potuto essere ucciso anch’io, ma essendo più piccolo la raffica era passata sopra la mia testa».
Visualizza questo post su Instagram
Partigiano a soli 13 anni
Un episodio che ha segnato la vita di Arlian e gli ha mostrato la brutalità della guerra. Il valdostano è figlio di due partigiani, Albino Arlian e Maria Delfina Viérin, che emigrarono in Francia in cerca di lavoro per tornare in Valle d’Aosta alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. «Sono nato il 17 gennaio 1931 a Coulommiers, un comune nella periferia di Parigi. Da bambino mia mamma mi parlava in francese, perciò ho imparato quella lingua. Quando nel 1937 siamo tornati in Valle d’Aosta ci siamo stabiliti a Sarre. Inizialmente avevo difficoltà con l’italiano, tanto che a scuola mi hanno rimandato».
Proprio il periodo scolastico ha cambiato la vita di Arlian che in un giorno è passato da studente a partigiano. «Frequentavo il bar Villettaz, nell’attuale piazza Chanoux di Aosta, dove quotidianamente arrivavano dei pacchi. Mia mamma ne era a conoscenza e spesso mi diceva di ritirarli per lei. Un giorno mi disse: “In questo ci sono cose pericolose”». Questo il momento in cui Arlian si trasforma da ragazzino a partigiano. «Alla stazione ferroviaria i militi fascisti mi perquisirono la cartella e nel pacco trovarono dei caricatori del fucile 91, allora in dotazione all’esercito, e due caricatori della pistola Beretta». Il 93enne di Quart viene rinchiuso per qualche ora, ma poi riesce a scappare. Da quel giorno però la sua vita cambia. Sua mamma gli dice: “Non puoi più andare a scuola perché ormai ti conoscono”.
Il dopoguerra
Arlian diventa un partigiano operante a Trois Villes, una frazione di Quart. Dopo vari assalti fascisti lui e la sua famiglia sono costretti a fuggire in Svizzera e vengono mandati in un campo di detenzione. Farà ritorno in Valle d’Aosta al termine della guerra nell’ottobre 1945. Per tanti anni non parla del periodo da partigiano: «Avevo dei brutti ricordi», spiega. Sarà il tempo a guarire le sue ferite, che però ancora oggi sono macchie indelebili nella sua storia.