La realtà – lo sappiamo – è lontana dalla finzione. È il caso di Mai Whelan, la 55enne vincitrice di Squid Game: The Challenge. Si tratta di un format targato Netflix a metà tra il reality show e il quiz. Ispirato a Squid Game, una delle serie più famose e discusse degli ultimi anni, si propone di imitarne le prove mortali e le dinamiche tra i concorrenti.
Mai Whelan, la giocatrice numero 287, si è aggiudicata il primo premio: oltre 4 milioni e mezzo di dollari. Ma ha vinto il gioco all’inizio del 2023, ormai 11 mesi fa. Eppure dei soldi non c’è nessuna traccia.
«Mi sento come Tom Cruise in Jerry Maguire», ha rivelato piccata al Times, «fatemi vedere i miei soldi! Non ho ancora visto un centesimo». Un destino diverso da quello del protagonista della serie originale, Lee Jung-jae, che il giorno dopo la vittoria riceve la sua carta di debito con tutto il denaro.
The winner of the Squid Game reality show competition has yet to receive her $4.56 million (P253 million) cash prize 10 months after emerging victorious in the games. READ: https://t.co/G4N9CHF6F3 pic.twitter.com/kCe5CTIXvp
— PhilSTAR L!fe (@philstarlife) December 9, 2023
Un destino – quello di Mai Whelan – che tocca a molti vincitori di quiz a premi, in Italia e all’estero. E anche coloro che sono pagati per tempo, lo sono sempre meno del previsto. Scopriamo perché.
L’oro al posto del “vil denaro”: il caso italiano
I gettoni d’oro sono la posta in gioco utilizzata nei principali quiz televisivi e reality show italiani. Da I fatti vostri, passando per L’isola dei Famosi, fino a Chi vuol essere milionario la loro storia risale al 1955. Da quando cioè la legislazione italiana vieta i pagamenti in contanti, permessi solo per il gioco d’azzardo autorizzato. Questi gettoni sono veri e propri lingotti d’oro a forma di moneta, di peso variabile e con inciso su una delle due facce il logo della rete televisiva che li ha commissionati.
Il valore dei gettoni d’oro non è fisso. Dipende dalla quotazione dell’oro sul mercato al momento della vendita. I gettoni televisivi sono tipicamente realizzati in oro a 18 carati. In parole povere se uno di questi gettoni è diviso in mille parti, solo 750 sono effettivamente d’oro.
Il loro valore è influenzato da tre fattori: la quotazione dell’oro sul mercato; le tasse da pagare sul premio ottenuto (pari al 20% della somma); e la commissione applicata dal banco metalli che deve cambiare i gettoni con il denaro (intorno al 5%). E così capita che Mauro Marin – vincitore del Grande Fratello 10 – nonostante ufficialmente avesse vinto 250mila euro in gettoni d’oro, nella realtà si sia ritrovato con un versamento sul conto corrente di soli 150mila euro.
Gettoni o contanti?
I vincitori possono scegliere tra tenere i gettoni d’oro, che possono vendere in base alle quotazioni del mercato, o venderli direttamente al banco metalli che li ha prodotti. Nel secondo caso, come dicevamo, una commissione addizionale (circa il 5%) viene trattenuta prima di depositare i soldi sul conto corrente del vincitore.
Nonostante ci siano state discussioni per modernizzare questo sistema, la pratica di utilizzare gettoni d’oro è rimasta invariata fino a tempi recenti. Una sentenza del Tar del Lazio ha aperto alla possibilità di pagare i concorrenti in contanti, cambiando la classificazione dei giochi da “concorso a premi” a “gioco televisivo e spettacolo puro”. Ma non tutti i format che usano i gettoni d’oro si stanno adattando a questa nuova regola.
Esempi Pratici dall’Italia
Per capire meglio l’impatto di questi fattori, consideriamo il caso di una vincita di un milione di euro a Chi vuol essere milionario. Dopo le detrazioni applicabili, il vincitore avrebbe effettivamente ricevuto circa 733mila euro, ben lontano dalla cifra inizialmente annunciata. Davide Pavesi, che nel 2004 fu il primo vincitore italiano del quiz condotto da Gerry Scotti, ne sa qualcosa.
E proprio Gerry Scotti, in un’intervista a Italia Oggi, ha evidenziato la possibilità di premiare i concorrenti direttamente in contanti, eliminando la complicazione dei gettoni d’oro. Un cambiamento non ancora implementato.
Un esempio di quiz televisivi che non pagano è quello di Dario Di Mario, vincitore di I soliti ignoti. L’uomo non ha potuto incassare nulla dei suoi 368mila euro. Tutto per via di una clausola che impedisce di riscuotere la vincita se si ha una disputa legale in corso.
E all’estero
Uno dei casi più controversi è quello dell’inglese Daniel O’Halloran, che nel 2022 a 24 anni vinse 100mila sterline nel quiz The 1% club . Il giovane dopo un anno non aveva ricevuto neanche un penny. Solo dopo essersi rivolto a diversi quotidiani inglesi, la giustizia televisiva si è finalmente mossa a suo favore.
Questo sembra il caso anche per Neflitx e il suo Squid Game: The Challenge. Dopo le polemiche degli scorsi giorni la piattaforma ha finalmente dichiarato che pagherà la vincitrice. Ma solo dopo che la serie smetterà di andare in onda. Netflix è rimasta molto sul vago, senza dare una data precisa.
Mai Whelan ha dichiarato di voler dare in beneficenza quasi tutta la vincita, «Ne terrò un po’ per me. Voglio assicurarmi che io e mio marito abbiamo abbastanza soldi per andare in pensione». La vincitrice di Squid Game: The Challenge lavora al tribunale dell’immigrazione a Fairfax, in Virginia, ma è cresciuta in Vietnam fino ai suoi 8 anni. É sposata e ha due figlie di 36 e 34 anni. Non il lieto fine che ci si aspetterebbe dalla finzione. Ma come sempre, la realtà è molto più complessa.